Discussione: Treno/pensione
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Vecchio 09-10-2010, 16.47.56   #1
diamantea
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Predefinito Treno/pensione

Stanotte un sogno lungo e a puntate diciamo un anno.
Ero partita con il treno con Tina per andare chissà dove.
Fatto sta che una parte di sogno si svolge dall'altra mia sorella dove c'è anche il mio compagno ed io che mi addormento sul tavolo da pranzo del soggiorno.
Discuto con mia sorella di questo mio sonno e di quel che succede mentre io dormo ma non saprei più dire cosa.

Poi mi ritrovo da sola nel viaggio. Con mia sorella ci siamo separate ma non mi dispiace stare da sola.
Vedo tante cose e parlo con molte persone sconosciute, per lo più di sesso maschile, di tutte le età, anche stranieri.

Mi affaccio da un grande terrazzo pubblico sopra elevato, e da sotto sento il mare forte, in tempesta, onde lunghe che arrivano quasi fino in strada, ma non mi preoccupo, penso che stavolta a differenza delle altre non sono in pericolo, sono in alto, mi affaccio e lo guardo, e nemmeno altra gente in pericolo c'è.
Mi sento bene e a mio agio, il mare in tempesta non mi riguarda anche se minaccioso, ha il suo fascino e mi piace guardarlo.

La stazione non è lontana e l'anno sta per scadere, mi ricordo che devo partire per tornare a casa.
Stazione vicino il mare. Salgo sul treno, vado nella mia cabina, c'è la valigia mia ancora aperta e mezza disfatta, calze e mutande sporche a terra, ma mi viene in mente di uscire, c'è ancora tempo, rimando a chiuderla, non so se voglio tornare a casa, voglio ancora prendere aria e riflettere.
Mi affaccio sul lungomare, passeggio ma poi mi viene in mente che c'è mio marito che aspetta me, ha qualcosa che mi appartiene e voglio riprendermela.
E' tardi, torno indietro verso il treno, fra poco parte, ma su per le scale incontro molta gente che scende dal treno, faccio fatica a farmi avanti, vado nel vagone dove penso di trovarlo.
Certo il treno somiglia più ad una pensione che a un treno...
Anzi forse è un treno/pensione che sta fermo per i viaggiatori.

C'è il controllore e gli chiedo del signor, ma non dico che è mio marito, dandogli nome e cognome ma lui mi dice che il suo vagone è un altro al piano di sotto, ma dice pure che lui è già andato via, io resto male penso, lui dice che devo essere la moglie, mi ha aspettato tanto un anno è lungo. Rispondo che ci eravamo presi un pò di tempo per riflettere ma in effetti ciò che mi preme è che ho perso ciò che è mio, ho aspettato troppo tempo a prendermelo, di lui non mi importa più nulla.
il controllore però mi garantisce che è andato via da solo, e solo è stato tutto il tempo ad aspettarmi, senza donna e per un anno intero.

Mi rassegno, penso di andare a chiudere la valigia e partire prima che perda il treno, ma prima voglio fare la pipì.
Così chiedo del bagno che è occupato da un ufficiale di stazione.
Aspetto che si liberi il bagno, esce questo ufficiale in divisa, un bell'uomo ma esce con i pantaloni ancora con la cerniera aperta vestendosi man mano che cammina e si vedono le mutandine bianche di sotto ed accanto c'è la segretaria.
Io lo guardo indignata e lui mi fa un sorriso di scuse e mentre mi passa accanto mi batte la sua mano destra sul mio braccio destro, come una pacca confidenziale.
Io lo guardo seria e gli dico a voce alta: lei deve vergognarsi di uscire dal bagno con la cerniera dei pantaloni ancora aperta, e non mi metta le mani addosso, tanto più che non le ha nemmeno lavate."
Lui si imbarazza molto mentre la segretaria sorride di soddisfazione.
Poi vado in bagno, faccio poche gocce e sento un forte bruciore...
Esco dal bagno sentendo il fischio del treno in partenza... l'ho perso ed anche le mie valigie, forse prenderò il prossimo e le valige pazienza se non posso recuperarle, ho altri vestiti, ma non sono sicura di voler tornare...

Ma ecco entrare Tina sorridente e con le mie valigie a borsone in mano ancora aperte con i vestiti messi alla meglio, ha raccolto tutto, anche le cose sporche da lavare che erano a terra.
Io le chiedo se abbiamo perso il treno, pensavo che lei lo avesse preso diretta a casa.
Lei mi risponde così: "ti ho cercata in stazione ma non ti ho vista salire sul treno, così sono venuta a cercarti in cabina e ho visto le tue valigie aperte. Ho capito che non saresti tornata più. Poi mi hanno detto di averti vista in bagno e sono venuta qui sperando ancora di trovarti.
Non potevo partire da sola sapendo che eri qui sola, in difficoltà e senza le tue valigie, ti prego ora torna a casa e non partire più."
Mi sveglio.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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