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Vecchio 09-08-2009, 15.44.17   #55
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Originalmente inviato da webetina Visualizza messaggio
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Cara Griselda, si che lavoro su me stessa, ed è già fruttoso che io vi legga e possa scrivere qui. Da un mese monitorizzo la mia giornata scrivendo accadimenti, emozioni e pensieri associati. È così che ho scoperto le scariche di adrenalina. Da una decina di giorni non le ho più. Ma non grido al miracolo, semplicemente il doverlo mettere nero su bianco mi ha fatto accorgere di questa cosa che andava in automatico e vi ero talmente abituata da non accorgermi del momento del suo insorgere. Un passo avanti è individuare il tipo di sentimento associato alla generica scarica. Se è rabbia posso sintonizzarmici e agire, oppure immaginare di agire con rabbia, o se sono sola parlarne a voce alta. Eccome se la rabbia non prende sfogo, anziché sentire la pancia paralizzata, il fuoco mi sale al viso, e la mia adrenalina anzichè bloccare in una morsa appunto la pancia o lo stomaco, lascia posto a rilassamento e mi calmo. Una tecnica questa che avevo appreso dai libri di Assagioli e da terapia che la usava. E’ molto complessa la situazione, non è miracolo ora per me, questo è solo qualcosa meglio di nulla, la motivazione me la da la persona che mi da supporto, da sola mi riprendo i sintomi, perché non posso stare a vita a monitorare e fare esercizi di psicosintesi. Ora va molto meglio qualcuno si è preso un po il peso delle mie responsabilità, è un fatto che mi sto rilassando, il resto si vedrà. Ci lavoro.
Tu griselda sei stata fortunata finora se non ti sei ammalata nel corpo. Hai la fortuna di potere a tratti incarnare mister Hyde. Io invece non possopiù di tanto, il mio veto è molto forte. Un altro tipo da te , un’altra storia. Non sono stata mai nemmeno picchiata, ma il male ha tante strade. Se lo associamo ad una natura di base, ecco che ognuno di noi è un caso a parte. Semmai esistono dei meccanismi che si assomigliano.
Cosa ti spinge a rivelare il tuo disagio in un modo così eclatante mi chiedo, e dove vuole andare a parare, e come mai adesso. Non penso che tutte le cose della tua vita siano da mettere al bando. Scrivo così, ma non mi aspetto ovviamente una risposta.
Per queanto mi riguarda al di la delle cause lontane, lo so da dove ha origine il mio disagio, non posso cambiare le cose, ma se potessi…Devo cercare strade alternative, molto alternative de dovessi essere drastica. Io farei la barbona fin da subito, purche d’inverno non debba soffrire il freddo. Solo quello mi spaventa.
Ho scritto ad un mio caro amico che sono in terapia, e lui mi ha risposto affettuosamente che farei meglio a vivere, a sentire il corpo, a fare una vacanza, etc . Gli ho risposto a mia volta, si, il fatto è che io so già cosa voglio per me.
Se si potesse stare di più a contatto con gli elementi, ma a lungo abbastanza da apprendere nuovamente quel modo naturale di seguire l'istinto del corpo, e il flusso dei pensieri che diventano più semplici e più in relazione diretta coi bisogni, allora non avremo veramente di elucubrazioni, di svisceramenti psicologici, e la ricerca spirituale non avrebbe nemmeno senso, già sarei un essere spirituale, ma qualcuno mi corregga se sbaglio. Io la penso così veramente. Se potessi appropriarmi delle cose degli altri, andare a letto con l'uomo che mi piace anche se non è mio, e quando mi piace, sarei più felice. Se potessi mangiare solo ciò che mi aggrada di più, per esempio solo costosi frutti di mare e frutti esotici diventerei piu allegra. Se potessi fare le pulizie solo quando ne ho voglia, che grande cosa sarebbe! E poi, lavorare solo quando la mia creatività preme fino a non poterla respingere più, per dare vita solo alle cose che sento, e ancora: avere una rendita che mi permetta di stare anche lunghi periodi senza l'obbligo di fare delle cose per la sopravvivenza. Se potessi dare via i miei gatti(ma non potrei mai) a qualcuno che li tenga bene al posto mio, mi libererei del loro pelo in casa, disagio che a volte mi sembra superi l'affetto e il piacere che mi danno. Se mio figlio si lavasse i panni da solo e mangiasse ai fastfood non sarebbe male. Altro che terapia psicologica!!
La terapia dovrebbe aiutarmi a trovare il modo di realizzare in qualche modo il peter pan che non è mai cresciuto perché veramente troppo presto ha dovuto cedere il posto ad un adulto tutto fare per una situazione di emergenza che non finiì più. la situazione poi magari trova soluzione un giorno, ma resta lo stato di emergenza cronico dentro.
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Ciao Webetina, ti chiedo scusa per l'intromissione. Ho letto il tuo post e mi ha dato da riflettere. Che sia chiaro, ciò che ti sto scrivendo è soltanto un mio modestissimo parere che tu potrai archiviare qualora lo ritenessi un'intromissione inopportuna. Non ne sarei minimamente offesa dato che si tratta della tua vita, di una tua fase esistenziale. Io non sono proprio nessuno se non una persona che ascolta quello che dici e offre il suo punto di vista da ignorante, o se vuoi da amica nel web.

Correggimi se ti sto fraintendendo, ma mi sembra che tu ti sentiresti libera fuggendo in un certo senso. Liberandoti dalle tue responsabilità in ambito familiare, lavorativo, in ambito quotidiano. Mi pare che tu ti senta oppressa, e che questo senso di oppressione pensi che potrebbe sciogliersi in una evasione da .... dai gatti, dalla famiglia, dalle faccende del quotidiano. Ma la libertà non si realizza attraverso la fuga. E'un sentimento illusorio. Forse non sono le condizioni esterne quelle che ci opprimono, ma è il nostro modo di approcciarle, di vederle. Mi spiego: se mi sento incatenata, è facile che io creda che le catene siano esterne a me. E' attraverso un processo di crescita interna che noi intravediamo gli anelli della catena, e poi piano piano, con fatica, i lacci che impediscono alla nostra anima di librarsi si consumano, fino a spezzarsi.
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