Discussione: Costanza
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Vecchio 03-02-2008, 18.16.38   #23
jezebelius
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Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio

ho voglia di iniziare, perchè se comincio poi mi piace leggere.
Ecco che allora lo sforzo che devo fare non è nel momento in cui faccio la cosa, ma nel momento precedente.
A voi capita così?

L'unico modo per acquisire costanza che fino ad ora ho trovato è.. insistere.
Ma come faccio ad insistere se non ho costanza?
I primi tempi , quando inizio a fare una cosa, mi pesa, e devo forzarmi di farla, dare una spinta a quella parte di me che mi dice che non ne ho voglia.. credo che anche qui si tratti di avere l'energia sufficiente per farlo, credo che una volta individuato il momento in cui vincerebbe la voglia di non fare una cosa, a vantaggio della mia pigrizia, sia importante dare una "spinta" proprio in quel preciso istante (è come fare un salto ).. altrimenti mi abbandono al non fare la cosa (e in quel caso è come "scendere " in una curva..)
Pure a me capita così e sinceramente non ne sono sorpreso.
Ho notato, in questo ultimo periodo, che c'è una sorta di " cambio". Presente quando ingrani la prima e una volta arrivato al numero di giri sufficiente, bisogna passare in seconda e cosi via altrimenti l'auto potrebbe risentirne? In fondo credo che la costanza dia la possibilità o ne attribuisca la capacità, la sensibilità, anche, di sentire quando è arrivato ( o sta per arrivare ) quel momento in cui bisogna cambiare. Ma la percezione che ne ho oggi, adesso per quanto mi riguarda, è talmente piccola che non so neanche se ho detto una cosa che potrà tornare utile.
Fatto è che, secondo me, questa costanza sicuramente è in funzione dell'interesse che metto al fine di raggiungere un obiettivo. Mi viene in mente, l'esempio che tempo fa Uno fece sulla circostanza di tirare a canestro la palla. Non so forse mi arrampico sugli specchi ma va a finire che è attinente, in quanto l'obiettivo ossia andare a canestro, da subito, forse, non è raggiungibile. Soltanto allenandomi - come diceva Red sopra - posso riuscire ad arrivarvi. Vi vedo pure collegato il fatto di " seguire " la palla mentre viaggia verso il canestro, anche un po " anticipandola" come azione . Cioè ( mi sa che mi sto perdendo ma ci provo ) se la costanza la rapportiamo alla necessità di " fare " quel movimento così da permettere alla palla di andare a canestro, allora questo che rappresenta l'obiettivo è sia figlio dei movimenti che ho indubbiamente metabolizzato con l'allenamento ma anche dell'interesse che ho profuso per raggiungerlo. Accompagnando la palla, poi, verso il cesto, " immaginandola ", per così dire gia dentro potrebbe fornirmi anche una valida spinta costante nel mentre metto in campo un'azione per arrivare ad un fine.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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