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Vecchio 13-10-2010, 23.12.10   #7
dafne
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Si Stella sicuramente un aiuto esterno competente và cercato e seguito con costanza.

Hai detto una cosa giustissima, sono io la madre..peccato che lo sappiano tutti tranne quell'io....

Ho avuto l'occasione oggi di riparlare con lo psicologo che mi ha seguita per un paio d'anni, il rapporto non essendo più stettamente professionale ma più amichevole gli ha permesso di andarci giù un pò più diretto e non è stato piacevolissimo...alla faccia delle conferme...

Ci sono due passaggi in particolare che voglio fissare.

Parlando delle solite cose, soliti rapporti familiari, soliti soliti soliti ecc ad un certo punto gli ho detto "non ho più nulla da perdere". Mi riferivo in maniera esplicita al rapporto con la mia famiglia e non al rapporto coi miei figli.

Spiegata bene questa cosa mi ha detto " adesso riporta la cosa sui tuoi figli"

Quando sono riuscita a capire cosa voleva dire (e tttirati via da davanti Daf!! ) sono rimasta agghiacciata dalla prospettiva.
Tanto non volevo crederci che ho dovuto chiedergli se intendeva dire che neanche i miei figli oramai han più nulla da perdere e quando ho letto nei suoi occhi il si mi sono sentita morire.

Per un momento la netta percezione fisica dell'entità del mio egoismo mi ha tolto il respiro. Non stò esagerando è stato tremendo.
Già avevo colto il loro profondo disagio ma quantificarlo e immaginarlo è stato drammatico.

Mi sono ripresa solo perchè qualcosa mi ha sussurrato che se è pur vero che ne sono la causa è altrettanto vero che posso esserne anche la soluzione.

Per me ora non c'è questa chance, dalla mia famiglia non otterrò più ciò che volevo anche se sospetto che questa nuova visione della storia che stò intravedendo mi possa portare infinito giovamento.

Qui non si tratta più di trovare la persona che mi dica cosa fare, lo psicologo era sconfortato nel vedere che dopo tanto lavoro ero ancora al solito punto e per un momento mi ha anche detto che secondo lui non sono ancora pronta per uscire da questo meccanismo.

Ma lui non è me. (per fortuna sua ) e quella me seduta al tavolo ha iniziato a metter vicine le carte e a tirare le somme.

Continuo a spostare, a delegare a rimandare ma a differenza di prima sò quello che stò per perdere, quando è andato via gli ho detto ok, cambiamo la frase, non più "non ho nulla da perdere" ma piuttosto "ho troppo da perdere".

Mi è sembrato un pelino sollevato (ma non è la prima volta che mi euforizzo e poi cado ) adesso a distanza di ore penso che sia cambiato il punto di vista, non io,non la bimba che ero, non quello che volevo ma piuttosto loro e quello di cui han bisogno loro. (si lo sò l'ho già scrito ma alla fine porcaccia miseria a furia di dirlo mi entrerà nel circolo no?)

Non possono farti da padre e da madre mi ha detto.
Mi sono persino un pò offesa ma quando ho guardato il mio egoismo ho scoperto che è ancora stato delicato e che se non ci penso io non potrà aiutarli davvero, nel profondo, nessuno.

Io lo sò perchè io l'ho vissuto e lo vivo.

Io non sono un dottore non sono un genio non sono infallibile e non ho tutte le risposte, ma forse ho le loro perchè ho le stesse domande e gli strumenti ce li ho tutti devo solo decidermi ad usarli.

Nessuno può dirti come fare il genitore, mi ha detto, magari qualche indicazione qualche strategia ma la mamma sei tu, non gli altri.

Certo che se aspetto che qualche estraneo m'investa del ruolo di madre allora si che stò fresca...ma il problema ancora e più di prima non sono, non devo essere io. Mi sono resa conto che quel senso di colpa schiacciante che mi stà accompagnando nel viaggio di genitore può essere un formidabile motore. Se solo riuscissi a centrarmi davvero in me stessa e pensare davvero al loro bene e non alle mie segh...ehhhmmm..seghettate strutture mentali ( ) saprei come muovermi e quel "bon posso sbagliare non sono perfetta può capitare" è vero e allo stesso tempo una colossale balla perchè quando lascio mio figlio giocare tante ore al videogioco o gli compro un regalino perchè "tanto costa solo 1 euro" anche se non ha fatto il bravo io non stò pensando a lui ma a me. Io lo sò che stò sbagliando ma scelgo sempre la via di minore sforzo, di minore ansia..

Dio come suona banale scritto adesso ma è tutto un meccanismo che io sò per certo di avere appena appena intravisto e che se non mantengo viva la sensazione di essere stata mostruosamente egoista e indifferente verso i loro bisogni finisce che mi travolgerà ancora e ancora, distruggendo loro però perchè io rimarrò "solo" quello che già sono, mentre se scavalchiamo il dosso forse il panorama successivo saràà meglio.

Un'ultima cosa, ho ascoltato molte voci alla ricerca di quella giusta...prima riflettevo e pensavo che ho lavorato bene con quella persona perchè sotto sotto c'era il lavoro che ho fatto qui in città...poi pensavo alla città e alle persone che mi hanno aiutata e che a volte hanno taciuto a volte si sono trattenute ho pensato (scusatemi magari sono solo travolta dal mio egocentrismo adesso) che forse non è stato tanto il ragionamento giusto o la voce giusta a farmi progredire quanto piuttosto il modo giusto, l'ambiente giusto per farmi arrivare alle mie risposte...Anche questo cambia completamente l'ottica delle cose, non più una dipendenza ma una collaborazione e allora tutto assume sfumature diverse.

Mi sà che qualcosa del genere l'ho già scritto la differenza forse stà che voglio che questo non sia solo un momento, uno shokh passeggero per poi reinfilarsi sotto la coperta di Linus. Devo fissarmi bene nel cervello quell'angoscia che ho viussuto quando ho realizzato quanto disperati possono essere i miei bambini e tenerlo sempre presente quando vorrò accontentarli, quando votrrò glissare una punizione o quando vorrò punirli più di quello che serve.

Le strategie esistono, i suggerimenti anche ma le applicazioni sono le mie e solo le mie perchè sono i miei bambini.

Dovrò ripetermelo un milione di volte al giorno mi sà ma grazie infinite per esserci, per essere stati terreno fertile dandomi la possibilità di arrivarci alla fine da sola senza di fatto lasciarmi mai siete stati e siete la famiglia che non mi ha sostenuto.

ok vado a commuovermi in privato
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