Discussione: La bellezza
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Vecchio 11-03-2008, 17.34.36   #94
dafne
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Dire che la bellezza non è accompagnata proporzionalmente dalla paura è come dire sono ubriaco ma ho il completo controllo su di me.
Non è facilmente razionalizzabile la cosa, ma anche fermandosi solo all'inizio di questo arduo compito potremmo dire che nel momento in cui proviamo un sentimento di vero stupore per qualcosa di estremamente bello siamo come all'apice dell'orgasmo sappiamo già che da li possiamo solo "ridiscendere" ed ecco che subentra la paura, paura che in realtà c'era già, come c'è la paura di toccare un bambino piccolo quando non lo si è mai fatto, come c'è la paura di rompere un bell'oggetto di cristallo, cosa che invece non capita se abbiamo in mano una comune lampadina.
Quindi dipende da quando noi percepiamo la bellezza e quindi diamo importanza ad essa e quanto distanti ne siamo... ecco perchè un tramonto non ci da gli stessi problemi.
Questi fatti sono esempi per la ragione, ma la dinamica non è limitata al contatto fisico... se nulla mi tocca, se a nulla do valore non avrò mai questi "problemi".
Certo il lavoro su stessi e quel campo di battaglia a cui accennavamo sopra presuppone che la battaglia si cerchi di vincerla e che si sia in grado di sopportare sempre più la Magnificenza, ma negare il terrore che questa deve provocare per essere tale equivale a non essere ubriachi dell'esempio sopra.
Forse chi ha una vaga idea di cosa sia (tra l'altro non tanto spiegata dalla scienza ufficiale) la sindrome di Stendhal comprende quello che sto cercando di dire.
E' una questione di proporzioni, tanto più una cosa mi affascina tanto più ne ho paura, tanto più passa la paura tanto più quella cosa rimane bella ma non nello stesso modo in cui era prima.

..
Non sono sicura di aver capito, o meglio, razionalmente il ragionamento fila, eccome se fila, ho paura di una cosa bella anche nel senso che ho paura di perderla o di rovinarla si? Eppure c'è qualcosa che non mi suona.
Forse perchè sono abituata a considerare la bellezza in termini fisici, un bell'oggetto, una bella persona una bella macchina. Un bambino piccolo secondo me è più di di bello è emozionante, stupefacente. Però è vero, dopo un pò ci si abitua alla bellezza e ci si stupisce meno. Forse però più che paura lo definirei timore reverenziale (anche qui penso sia un problema di ternmini perchè per me la paura ha sempre una valenza negativa)
Non sò se attinente ma mi è capitato di guardare una persona e di vederla, ai miei occhi, bellissima, anche se in realtà non lo è, mi è capitato di sperimentare una gioia folle e immensa gratitudine, nel preciso momento in cui questa persona si è allontanata un pò ho avuto la sensazione di una luce che si abbassava, come le candele quando cominciano a spegnersi. Avrei voluto tenerla vicina vicina,non volevo se ne andasse, questa può essere la paura di cui si parla? Quello che mi ha aiutato quando se n'è andata davvero (spero di non essere troppo smielosa) è stato il pensiero che in qualche modo io fossi riuscita a vedere, a sentire la sua parte più profonda, più bella e più vera. Sapere che mi basta chiudere gli occhi per rivivere quello stato di lucentezza dissolve un pò la tristezza per non averla più accanto. Anche se non basta. Perchè dimentichiamo tutto così in fretta?
Non so forse stò mescolando troppe cose ma la bellezza fisica una volta mi urtava(sisi ok lo ammetto..invidia.. ) adesso mi rendo conto che fermarsi alla bellezza esteriore non mi è mai bastato, anche se negarne il fascino è semplicemente sciocco.
però ecco, la paura legata alla bellezza continua ad essere un concetto che mi sfugge, una cosa bella per sua natura, appunto di armonia, non dovrebbe dare gioia? Mi ripeto lo so ma l'unica vera paura che riesco ad individuare è la paura di perdere tale bellezza o di non poterla possedere, allora si passa al passo successivo, il vero bello è qualcosa che trascende il fisico e tale bellezza "semplicemente" non si può possedere. Perchè crucciarsi allora?
scusate, sò de coccio lo so
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