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Vecchio 29-02-2008, 00.42.30   #4
griselda
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Concordo pienamente con il post di Sole.

Aggiungerei che si ha paura che ci possa venire rinfacciato quando non saremo magari in grado di dare, o non avremo voglia di dare, o impossibilitati, quindi preferiamo fare da soli per non doverci sdebitare perché quando si da ci si sente sempre di dare di più perché lo facciamo noi ( impegno nostro) di quello che riceviamo perché lo fanno gli altri.( impegno loro)
Più ci sentiamo sacrificati a dare e più avremo difficoltà a prendere/ricevere.
Se per me dare non lo giudico male non giudicherò male nemmeno prendere/ricevere. Se non lo faccio volentieri spontaneamente ma me la racconto mi vesto di buono e poi mi lamento di quello che do e/o lo rinfaccio alla prima penso che anche per gli altri possa essere così e quindi non prendo/ricevo per non far che l’altro si lamenti di me.
Oppure anche quando si è orgogliosi di se stessi e abituati a poter dare, anche se lo si fa volentieri, e questo ci gratifica immensamente, il prendere/ricevere può diventare un segno di debolezza, di non saper badare a se stessi non essere autosufficienti.
Direi che in ogni caso è un peccato di orgoglio.
C’è un detto bellissimo che dice: oggi a te domani a me, solo che lo interpretiamo male mi sa, perché se oggi sono io a dare domani sarò sempre io ma a prendere/ricevere, ma se voglio solo dare è come se volessi interrompere un ciclo naturale.
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