Discussione: il viaggiare
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Vecchio 03-08-2009, 23.22.46   #11
filoumenanike
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Mi capita spesso di leggere (parlo in generale) di persone che cercano nei viaggi di trovarsi, ma poi alla fin fine durante tutto il viaggio coprono con la loro personalità (non l'essere, proprio la personalità) il viaggio e lo scoprire.
Come nel normale vivere si rielabora dopo perchè in quel momento non si vive a pieno, si godono le bellezze, la pace o che altro di quel viaggio, ma l'essenza rimane nascosta, esce solo dopo e questo limita la portata reale che quel viaggio potrebbe avere.

Immaginate un corso universitario seguito lontano da casa in cui abbiamo un certo tempo per poter stare in quel posto.
Se impariamo delle cose e le elaboriamo in diretta potremmo impararne altre, se le prime cose che impariamo le elaboriamo silo dopo aver finito il corso e siamo tornati a casa, allora ciò che potremmo imparare in relazione a quelle prime cose avverrà solo al prossimo corso.
Nella metafora ho usato il verbo imparare, che poi non è del tutto inadeguato, ma il verbo vivere è più adatto.

Il problema di fondo è che in realtà ci si può trovare (trovare se stessi) in casa senza andare tanto in giro (ci sono bellissimi racconti in merito, di viaggi enormi e poi la Scoperta appena tornati) ma il viaggio può essere un enorme strumento per cambiare i propri punti di vista, per perdere (seppure provvisoriamente) i riferimenti abituali, che siano anche solo l'alimentazione, il modo di spostarsi, di vestirsi, l'architettura etc...
Se si va a 5000km da casa e si pretende di mangiare la barilla (che magari c'è) con il ragù fatto come a casa, tanto vale non andare. Certo si dovranno prendere delle precauzioni, non possiamo mangiare e bere tutto ciò che c'è in paesi lontani, ma ci vuole un pò di discernimento. Ho fatto l'esempio del mangiare che è il più facile, ma vale per tutto.

Insomma il viaggio è l'occasione di fare anche in pochi giorni quello che nella vita normale si fa in parecchio tempo, ma queste proporzioni dipendono da come viviamo normalmente e da come viviamo i viaggi.
Solo nella riflessione da adulta ho pensato che il grande desiderio di viaggiare nascondesse il bisogno di conoscere il mondo e me stessa. In realtà il viaggio mi ha sempre arricchita in qualsiasi parte del mondo sia andata, ma, forse proprio come tu dici, solo dopo riesco a rielaborare appieno quanto di emozionante ho vissuto, tanto è vero che in alcuni luoghi particolarmente coinvolgenti sento il desiderio di tornarci.
Oggi, sebbene sia sempre vivo il desiderio di andare lontano, sono più calma...più accorta nel decidere i luoghi, i percorsi da fare, il bisogno di avventura è un pò diminuito, ma poi appena mi sposto...tutto torna ad essere entusiasmante ed ho sempre l'impressione di trovarmi dentro una cartolina, me stessa calata in sfondi diversi, in città meravigliose, con l'ansia di perdermi qualcosa di bello, di non vedere tutto...
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