Discussione: Il coraggio di esporsi
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Vecchio 20-02-2006, 23.43.48   #4
jezebelius
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Si certo credo che di fondo, concordando con Te e con Red, nelle azioni che hai descritto ci sia una punta di Ego da assecondare.
Questo dipende anche dalla importanza che diamo, a mio avviso, all'argomento del quale, in un determinato momento, si discute.
Ma cosa è la vanità se non la volontà di mostrarsi o non mostrarsi dando in entrambi i casi soddisfazione a se stessi, appunto come hai riferito?
Non credo che ci siano ulteriori descrizioni riguardo a questo termine e qualora ce ne fossero non posso fare altro che assorbirne il concetto ma quello sul quale volevo soffermarmi è sul come si puo debellare -trasformare - la vanità, giacchè questa è la causa dell'attivazione del vezzo egoico.
Credo, da come la vedo io, che il fare una cosa per mostrarsi o il non farne un'altra per non esserlo( che poi anche il " non fare" in questo caso mi pare concretizzi un'azione ), mi fa pensare al fatto che l'uomo, in generale, è mosso anche da questo sentirsi vanitoso; vanità intesa come forza grezza assimilabile alla altre presenti come l'ira, l'amore, etc.
Se compro un'auto che costa 100 mila € è abbastanza evidente che lo faccio per mostrami poichè l'oggetto di vanto è quello che posseggo in più rispetto ad altri: in un certo senso lo faccio sia per dare soddisfazione a me stesso, sia per dimostrare agli altri che sono capace di possedere qualcosa !
Ed ancora, se non acquisto la suddetta automobile posso essere considerato " vanitoso " per il semplice fatto che, pur avendo i soldi per comprarla, cammino in un'auto che svolga solo le funzioni essenziali; anche questo è ego?

Mostrasi o non mostrarsi, o meglio apparire o non apparire, sono alla base della vanità ma mi pare che come concetto siano divise in maniera sottile da una linea che delimita il piano del " mettersi in gioco " o perchè l'argomento è ostico o perchè non si riesce a semplificare oppure la mia puo essere semplicemente concettuale come divisione?
Comunque sia le scuse per dare a se stessi l'alibi della partecipazione o del non intervento sono molteplici ed anche io mi ritrovo, come Red, nella sua stessa situazione.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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