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Vecchio 09-03-2008, 14.21.25   #7
Kael
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Alla luce delle proprie esperienze (che non è che vadano esposte, si può volendo ma non è importante questo ora) avete individuato i meccanismi che hanno permesso o meno di realizzare qualcosa e come è stato possibile che alcune cose vi abbiano sorpreso... come non avete potuto averne il sentore?
Beh, direi certamente il credere in se stessi, in quello che siamo ora, e non in quello che potremmo essere in futuro. Mi spiego, se un bambino ha il sogno di diventare un pilota d'aerei, ma crede maggiormente in quel pilota ipotetico piuttosto che in se stesso per quello che è ora, difficilmente lo realizzerà. Viceversa, se crede in se stesso, se conosce i propri limiti attuali, concentrerà le sue energie in piccoli passetti per volta, piccole conquiste una dopo l'altra che alla fine lo porteranno lontano.

Su di me ho notato questo, se la "brama" verso un dato obiettivo mi faceva dimenticare tutte le tappe intermedie e mi proiettava prepotentemente in quell'idea ancora del tutto astratta, tale idea restava un sogno irrealizzabile, troppo lontana e fuori da me. Se invece il desiderio era autentico, voluto dal mio essere, visualizzavo l'obiettivo ma non mi facevo risucchiare interamente da esso... riuscivo a restare concentrato su me stesso e a costruire poco per volta un ponte che mi collegasse fino all'altra parte. Il ponte infatti deve partire da noi verso fuori, non il contrario. E per far questo bisogna costruirlo a piccoli pezzetti, bisogna lasciar solidificare il primo pezzo per poi costruire il secondo, lasciarlo solidificare a sua volta e poi erigere il terzo, e così via... Se col cemento fresco si cerca di costruire il ponte tutto in una volta, crollerà inesorabilmente sotto il suo stesso peso.

Quando insomma si è concentrati contemporaneamente sia su se stessi e che su un dato obiettivo, fra i due inizia a costruirsi un ponte, un legame, che poco per volta li unisce. Se invece, causa la brama o l'illusione, ci si dimentica di se e si pensa solo all'obiettivo, tale ponte non potrà mai erigersi perchè mancherà uno dei due estremi, e anche volendo non si sa da che parte iniziare.

Per quanto riguarda il sentore... credo che un po' ci si sorprenda sempre quando si realizza qualcosa, questo perchè si è impegnati a costruire il ponte dalla propria parte, non sapendo che anche dall'altra il ponte sta avanzando proporzionalmente a quanto avanziamo noi... così arriva un momento in cui i due ponti si uniscono e ci si sorprende non tanto del proprio lavoro svolto, quanto piuttosto di quanto sia avanzato il ponte dall'altra parte. Se si è concentrati su se stessi non si può seguire i lavori anche dall'altra parte, così quando ci si incontra avviene sempre senza aspettarselo...

Quello che volevo realizzare davvero ho sempre saputo che l'avrei realizzato, anche se non sapevo quando questo sarebbe accaduto. La sorpresa di veder realizzato un proprio obiettivo. il più delle volte, nel mio caso, riguardava il "quando" piuttosto che il "cosa". E quel quando, non essendo stabilibile, sempre sorprende un po'...
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