Discussione: Aspettative
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Vecchio 02-09-2005, 11.29.03   #8
Ray
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Non mi sono espresso bene e ho causato una serie di dubbi. Sorry.

Mi riferivo solo all'etimologia della parola, in risposta a Kael, cercando di specificare meglio il concetto di aspettativa. Ho dovuto usare "attesa" per non ripetermi, anche se c'è una differenza reale di significato. Il tutto però ci ha portato fuori strada. Credo che Era volesse parlare delle aspettative nel senso psicologico del termine e, soprattutto dei loro deleteri effetti sull' equilibrio psichico.

Più che attivo-passivo e più che una faccenda temporale, la differenza che possiamo considerare tra "attesa" e "aspettativa" riguarda l'atteggiamento interiore che le denotano. Quando attendo non mi aspetto nulla, quindi non richiedo in alcun modo che gli altri o la realtà siano in un determinato modo (a me favorevole) ma "lascio" che siano come vogliono. L'attegiamento contrario, cioè la pretesa-richiesta che il mondo e le persone si adeguino alle mie aspettative (bisogni nel senso di dipendenze) deriva dalla incapacità/difficoltà di gestire il vissuto interiore relativo al fatto che, per esempio, gli altri non siano adatti/disponibili a fare da "supporto" alle mie inadeguatezze.

Quindi nel "stare a vedere" cosa succede continuo a prefigurarmi/augurarmi che le cose vadano in un certo modo, pre-costruendo e soprattutto pre-vivendo una realtà solo mia alla quale poi confronterò quella esterna, giudicandola in base a quanto assomiglia alla prima.

Va da se che un simile atteggiamento scarica sulla realtà e sugli altri la responsabilità delle mie inadeguatezze, che invece è solo mia. La realtà, lungi dal decidere di volta in volta se accontentarmi o no, si limita ad essere.

Aggiungo che la realtà si limita ad essere come noi l'abbiamo prodotta, nel senso di indirizzata. Quindi si può dire che, alla fin fine, i "delusi" provocano loro stessi, più o meno consciamente, la delusione delle loro aspettative. Questo fatto però, che a loro quasi sempre pare negativo perchè foriero di sofferenza, è l'esatto opposto e cioò il momento in cui possono essere maggiormente coscienti delle loro difficoltà e muovere per migliorarsi.
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