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Vecchio 05-02-2010, 01.04.10   #18
filoumenanike
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Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio

Per me Filo questa è una visione un po' romantica della cosa, difficilmente si vedono giovani che si adattano a qualunque lavoro, se così fosse, ci sarebbe molta meno disoccupazione (anche se il momento non è dei migliori, indubbiamente). Ma i sacrifici veri non sono in molti a farli, lavorativamente parlando, se proprio vogliamo, le persone che vengono dall'estero si sono adattate a fare i lavori che noi non vogliamo fare più o quasi.. non dico che sia così per tutti, il sistema comunque non aiuta con lavori precari, il tempo indeterminato quasi non esiste più, pero' è di stasera la notizia di un professore che dopo essersi dato per malato è andato in vacanza a New York...
IL diritto è qualcosa che mi spetta e il diritto al lavoro è sacrosanto, senza lavoro non possiamo vivere, da qui nasce il dovere di esercitare comunque un lavoro per vivere!
Una società sana è quella che risponde con il lavoro per i giovani che escono dalle scuole che li hanno preparati ad affrontare il mondo del lavoro.
Un perito industriale cerca lavoro in un'azienda, il laureato in legge cerca lavori attinenti alle sue materie, un laureato in medicina farà la stessa cosa!
Studiare comporta anni di sacrifici, ora con la laurea breve, dovrebbero essere duo o tre di meno ma, poi, in realtà non è così. Far studiare i propri figli è un desiderio di molti genitori, ed è un desiderio sano perchè lo studio, a qualsiasi livello venga fatto, apre le menti, aiuta a crescere, da gli strumenti necessari per muoversi in un mondo di lupi.
Questo elementare diritto di avere un inserimento lavorativo in settori adeguati alla preparazione fatta non esiste da molto tempo in Italia, purtroppo!
La ricerca di un ambito lavorativo soddisfacente non è cazzeggiare, è temere di dover trascorrere la propria vita tra quattro pareti a svolgere lavori depressivi, alienanti, giorno dopo giorno finchè i capelli imbiancano e si diventa ormai secchi e inariditi.
Occorre coraggio per entrare in una grande azienda a stipendio fisso, otto ore al giorno, mille euro al mese, a tempo determinato, senza alcuna fantasia, senza alcuna possibilità di avere l'opportunità di essere creativi, di dare il meglio, di fare cose utili e piacevoli.
Dico ai giovani di provare l'indipendenza, di correre dei rischi, di mettersi in proprio, magari per poco denaro ma li invito a crearsi il proprio futuiro con le loro mani, dedicarsi all'artigianto, al turismo, ad una piccola attività commerciale, insomma nelle loro scelte di oggi c'è la vita di domani, c'è il loro futuro, sono ad un bivio che tutti abbiamo passato e che a tutti ha portato angoscia perchè eravamo consapevoli di lasciare dietro il meglio di noi.
E questo non è cazzeggiare!
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