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Vecchio 05-02-2010, 11.05.14   #24
Uno
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A dire il vero la frase su cui intendevo ci si potesse aprire un 3d era quella sui diritti innati ed i doveri acquisti e non sul lavoro inteso come fonte di reddito. Grii stessa penso abbia aperto in esoterismo perchè voleva parlare del lavoro in senso esoterico e non cose tipo operai e padroni, buste paga e ferie etc...
Comunque ci sta tutto perchè partendo dalla vita reale si può per analogia scoprire i Principi Universali che regolano tutto.

Prima di tutto vediamo la costituzione italiana che io ritengo scritta da uomini saggi e quindi degna di essere compresa senza interpretazioni.

Citazione:
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Così l'ha evidenziata Filo... io invece per iniziare evidenzio "riconosce".
Riconosce, vuol dire che già c'è, non è lo stato che deve dare questo diritto, non è il titolare di una impresa che deve dare questo diritto, in sostanza diritto non significa qualcosa che qualcuno deve darmi al massimo in alcuni ambiti (l'informatica per esempio, poi vi spiego*) qualcuno deve ridare, nessuno può dare un diritto, lo si può solo ridare se si toglie.
Riconosce il diritto al lavoro, non al lavoro come dirigente, il mio lavoro ideale, lavoro, un lavoro punto. Non ad essere un lavoratore, questo solo io posso. Tutto il resto cioè le possibilità, la scelta etc... sono sotto i doveri e non a caso.
Diritto significa che una cosa si può raggiungere con la via breve dritta, diretta senza giri o impedimenti.
Se ci fosse una qualsiasi condizione per fare o avere una cosa significherebbe non averne diritto. Noi tutti abbiamo diritto alla vita, che siamo bianchi, neri, intelligenti, stupidi, belli, brutti etc etc... nessuna condizione, nessun ma e nessun però può mettersi in mezzo, questo è un diritto. Allo stesso modo abbiamo diritto al lavoro (almeno secondo la costituzione italiana, ma prima o poi scopriremo che è qualcosa che va oltre e rientra nelle leggi universali) ma per essere un diritto non c'è nessuna condizione, se ho diritto al lavoro ma solo quel particolare lavoro, non è più un diritto, non più il diritto al lavoro, ma il diritto a poter diventare ingegnere per esempio**. Già essere.... i diritti sono a fare non ad essere... anche sopra ho scritto diritto alla vita, non ad essere vivi, questo non lo abbiamo di nascita e nessuno può regalarcelo.

Mi fermo perchè l'argomento è meno stupido di quello che può sembrare a prima vista.

*= In informatica quando si nasce come utenti di un qualsiasi sistema (i programmi stessi sono utenti del sistema) si avrebbero tutti i diritti, cioè per semplificare: leggere, scrivere e cancellare (che implicitamente significa anche modificare) ovunque e comunque su qualsiasi file.
Poi per la gestione dei sistemi si restringono di diritti di accesso ad alcune funzioni in base all'utente ed ai suoi compiti e/o possibilità.
Quindi se io per esempio rendessi amministratore di Ermopoli qualcuno, non gli starei dando i diritti amministrativi, semplicemente gli starei ridando ciò che il sistema automaticamente toglie all'iscrizione.

**=Diritto che avrei anche di nascita, solo che viene congelato finchè non studio, cioè posso diventare e solo in fine essere, ma essere non è un diritto, la possibilità di essere è un diritto.
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