[webetina]

Mi trovo in macchina con un uomo a cui ho voluto bene, si va in un posto un pò isolato per stare tranquilli, lo raggiungiamo, è nel giardino dei miei, attiguo a quello di mia sorella. E' sera, al buio, si parla, e sono certa che lui non mi riconosca, sono cambiata. Invece no, mi dice che vorrebbe riprovarci visto che allora fui io a rinuciare.
Mi avvicino, l'atmosfera cambia, c'è tenerezza, ma ecco che un forte fruscio ci distrae, è qualcosa che si dibatte nel terreno dietro la siepe, è un albero di ulivo enorme, con le foglie che luccicano, agonizzante perchè il vento o un fulmine lo ha abbattuto.
Una tempesta localizzata che per un attimo ci ha terrorizzati credendola invece un terremoto.
Ci avviciniamo, ripenso ai cuccioletti che erano in quel posto, temo che siano stati travolti; subito li vedo spuntare e mi rassicuro. Ma ne vengono fuori altri, essi si sono riprodotti innumerevoli volte, sono troppi, non so come farò a darli, non li posso tenere. Sono cuccioli di gatto, di cani e di altri insoliti animali del sottobosco, forse il porcospino.
Ancora l'aria è minacciosa, si addossano tutti a me man mano per sentirsi protetti, ci sono anche delle scimmie, che hanno paura, anch'esse strette a me. Le guardo, mi dico che sarebbe stato bello poterci convivere, sono brutte in viso, ma potrei comunicarci meglio che con altri mammiferi, pur restando sempre più sincere degli uomini.
Mi sento preoccupata, non li potrò tenere tutti, che fine faranno, si doveva evitare di farli riprodurre, ora sarà uno scempio separarli, allontanarli da quel luogo.