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Vecchio 17-09-2009, 12.50.59   #2
Ray
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Principio filosofico ma applicabile a scienza e tutto, "postulato" dal Guglielmo (cioè come tale è stato italianizzato il William) di Occam (originalmente Ockham).

Ci sono varie citazioni latine che descrivono questo principio, la più conosciuta forse è "Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem" cioè non moltiplicare gli enti più del necessario.
"A parità di fattori la spiegazione più semplice tende ad essere quella esatta" questo è l'estremo riassunto del principio, che a differenza di ciò su cui abbiamo spesso discusso (cioè sulla semplicità naturale) racchiude la volontarietà del semplificare, un vero e proprio rasoio che rade il superfluo.

Questo è dal mio punto di vista il fulcro centrale su cui un proficuo dibattito su tale principio non ci porterebbe ai triti e ritriti discorsi che si fanno sempre quando si affronta questo argomento.

Applicato in cosmologia il principio del rasoio seppur nato da un frate (e filosofo) potrebbe portarci ad affermare che non serve un Dio per spiegare l'universo visibile.
Dall'altro lato io affermo che se non abbiamo la possibilità di indagare l'invisibile però a volte abbiamo prove di fatti che accadono nel visibile quindi negarli comunque significa un'azione da parte nostra per eliminare l'invisibile, Dio compreso. Questa azione la possiamo definire la spiegazione più semplice e quindi la più esatta o comunque abbiamo fatto una moltiplicazione in più del necessario?
Il rasoio ci da un metodo per scegliere tra più teorie che spiegano un dato fenomeno, dicendo in sostanza che la più semplice è la più plausibile. Anche se Kant non era necessariamente d'accordo, io invece lo sono.
Il fatto è che una teoria, per essere tale, deve spiegare comunque tutto ciò che è correlato ad essa. Non aggiungere enti inutili non dovrebbe significare tagliare fatti scomodi ad una teoria più semplice di un'altra... quindi andrebbe preferita la teoria più semplice tra quelle soddisfacenti.

Ma la domanda fiale, se l'ho capita, ribalta il solito discorso e mette in dubbio che la non esistenza di dio sia in effetti una semplificazione. Se ho capito, chiedi se possa essere invece una complicazione.
In effetti una teoria generale sul mondo che non preveda l'esistenza di dio ma che lo stesso spieghi tutti i fenomeni, tra cui il fatto che io posso pensare a dio, probabilmente non è più semplice di una che implichi dio.
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