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Vecchio 07-03-2009, 11.35.25   #5
filoumenanike
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Sono abbastanza d'accordo sul fatto che ora sia una commercializzazione orribile di una lotta portata avanti con sacrificio. L'8 marzo è un simbolo preso da un terribile incidente che però rappresenta un grande cambiamento.
Giusto l'altro giorno sentivo una trasmissione (che fanno alle 11.30 di sera perchè altrimenti è sconveniente per un pubblico più vasto... ) in cui si diceva che appena 40 anni fa nel nostro codice civile esisteva una legge che permetteva, ammetteva e giustificava un marito che picchiasse la moglia qualora questa non adempisse ai suoi doveri coniugali, qualunque questi fossero. Esisteva una legge che depenalizzava completamente l'omicidio d'onore, cioè quello in cui una donna adultera fosse uccida dal marito. Ecco, la battaglia femminista ha portato ad ottentere un graduale equilibrio delle parti. Oggi però . quell'equilibrio si è di nuovo perso a favore di una bandiera che potrebbe essere manifestata diversamente, ma ormai sarebbe da fare una battaglia al contrario per portare equilibrio.
Però devo dire onestamente che la battaglia femminista ha anche ucciso la femminilità, non poteva essere diversamente. Improntata su una libertà sessuale e non di pensiero della persona, ha distorto i toni dimenticandosi di se stessa e diventando un'idea. Io credo di poter dire che la battaglia femminista degradata in questo modo abbia portato alla disgregazione delle famiglie. La dimostrazione sta nel fatto che nel sud d'Italia dove c'è radicata ancora una certa tradizione le famiglie restano unite e le donne lavorano.
Chiaramente ci sono mille discorsi da fare, e situazione da considerare ma sto parlando di tradizione, di unione e di equilibrio.
Secondo me va ricordata (no al pub chiaramente) anche perchè riporta alla memoria il perchè è nata e così potrebbe riportare equilibrio in un femminismo distorto che potrebbe cambiare nome e dirsi: uguaglianza e rispetto, cioè amore.

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Volevo dire una cosa per dare un altro senso a questa festa, che ancora lo ha.
Quando parliamo dei popoli islamici ricordiamoci che appena 40 anni fa noi eravamo così, e se loro si parano dietro al corano noi addirittura avevamo leggi che tutelavano ciò che ora chiamiamo incivile.
E' una forma mentale radicata negli albori, va combattuta e ci sono grandi donne anche lì che si ribellano pagano con la vita ma diventano simboli, come simboli abbiamo avuto noi, come le prime donne che hanno denunciato uno stupro contro tutto e tutti, che si son sentite dire in tribunale (parlo degli anni 60) che è colpa loro perchè hanno preteso di uscire la sera, se stavano a casa non succedeva ecc ecc hanno resistito contro la vergogna di sentirsi giudicate da una intera società e hanno vinto, donne che hanno scelto di tenere un figli che le avrebbe emarginate dalla società perchè chiamate: ragazze madri.. ecco sono sicura che quelle donne, che sono nostre sorelle, faranno lo stesso percorso, lo stanno già facendo, faranno la loro battaglia, più dura e ardua forse, ma vinceranno. Ecco io trovo in questo il senso di questa festa.
Far girare l'idea che possono decidere di scegliere come essere.

Poi purtroppo noi siamo cadute nell'opposto e non possiamo più scegleire ma questo è argomento di altra discussione.
cara sole sono proprio d'accordo con te, hai messo per esteso tutte le sofferenze delle donne combattute a volte in silenzio, a volte pubblicamente dovendo affrontare soprattutto la spietata critica delle altre donne che erano le più agguerrite contro il femminismo ora il cammino da fare è ancora lungo ma dei valori base del femminismo è rimasto ben poco, solo uno squallido rito spesso neppure consapevole certo che la data dell'otto marzo va ricordata...in modo intelligente, ti mando una mimosa, ne ho in giardino una pianta stupenda, è idealmente per tutte le donne peccato che io sia allergica al suo profumo intenso
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