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Vecchio 30-01-2007, 12.42.48   #4
griselda
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Mica è così facile come dirlo, quando si ha un figlio che sia stato concepito consapevolmente o no si sente su di se tutta la responsabilità della sua crescita. E se non si conoscono le dinamiche personali non ci si conosce nulla di noi stessi si fanno danni a non finire. Ci si sente anche a disagio si cerca ci si sforza di capire ma si dice spesso che non ci hanno fornito il libretto di istruzioni alla nascita del figlio. All’inizio tutto bello tutto facile anche se magari faticoso, poi il figlio inizia ad avere una personalità sua e allora iniziano i guai se non si è a posto con se stessi.
Ogni cosa che non accettiamo negli altri non la accetteremo ancor meno in nostro figlio e via a far prediche a cercare di modificare tutto quello che non ci va bene, che non ci piace.
Ha detto bene Ray si cresce insieme si impara a fare i genitori ma non basta ancora….
Perché se io non mi conosco e non so vedere bene intendo le mie paure, le debolezze, le mie mancanze, come abbiamo già detto altrove le trasferisco e faccio danni.
Ecco perché dicevo che prima di poter fare un figlio bisognerebbe conoscere se stessi e li in quel momento forse non ne faremmo.
E qui si ritorna sempre a capo ovvero tutto parte da se stessi altrimenti come in tutte le cose diamo sempre la colpa agli altri e facciamo guerre contro i mulini a vento perché la pace la dobbiamo fare con noi stessi non con gli altri.
Ma tornado ai figli come dice Ayn a volte vediamo una dote naturale in lui e vorremmo che la sfruttasse ma se il figlio non la vede e non prova passione per essa cosa dobbiamo fare è giusto insistere?
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