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Vecchio 05-09-2007, 13.16.55   #2
jezebelius
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Benvenuto Don..
Insomma quello che descrivi non è inusuale ma lo si potrebbe analizzare da più punti di vista.
Tengo a precisare che una cosa è l'analisi del " diritto negato" per ragioni...che so...che esulano dalla normale burocrazia ( ad esempio, sempre di donne parliamo visto che son le più colpite e talvolta vulnerabili ) come per esempio il licenziamento dal posto di lavoro a seguito del periodo riconosciuto ( se non erro tre mesi) alla neo-mamma per l'allattamento, ed altro, invece è la burocrazia che complica. Però, mi rendo conto alla fine il risultato è lo stesso: negazione ovvero cancellazione del diritto .
Non conosco le dinamiche che possono determinare, nella situazione che hai descritto, il riconoscimento alla ragazza ma è pur vero, nonchè logico, che si può essere d'accordo non foss'altro che all'interno di un luogo di lavoro le difficoltà per una donna in gravidanza possono essere notevoli.
Mi voglio però soffermare sull'aspetto " burocrazia ".
Da un certo punto di vista, prescindendo un attimo dalla situazione, il controllo da parte dello Stato non potrebbe dirsi sbagliato. Credo che sia nel normale corso delle cose accertare se una richiesta del genere sia o no fittizia. Quello che più mi sorprende è il risultato che ne è uscito, cioè, vale a dire, si è utilizzato il riconoscimento per " attivare " un meccanismo superfluo - gli ispettori del lavoro nel negozio per verificare cosa poi? - e non invece concentrarsi sulla richiesta presentata.
Ancora di più paradossale la risposta che ne è venuta fuori e cioè che data la dimensione dell'azienda, la richiedente, poteva fare altro. Ma questo non cambia la dimensione oggettiva della cosa ossia che è in stato di gravidanza e quindi particolarmente delicato.
Non so...si tende a fare le cose fatte per bene, da parte dello Stato, perseguendo, però, la via più lunga che di solito non porta dritti al risultato cui si vorrebbe arrivare.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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