Discussione: Traumi
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Vecchio 21-09-2008, 11.38.21   #18
Sole
Conosce ogni vicolo
 
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Anche se la discussione è vecchia è un peccato che questo invito sia rimasto inevaso, e anche se nel forum abbiamo parlato spesso di questi "come" in diverse discussioni non è detto che non sia utile approfondirli specificatamente qui.

Al trauma come buco o come bozzo intanto possiamo dare una identità, il buco è un trauma grave che se non viene riparato poi arruginisce e indebolisce la lamiera tutta intorno allargandosi come un virus accrescendo il danno e quindi il buco. Il bozzo è un trauma meno violento e meno profondo che crea meno danni, che non devasta a lungo andare l'ambiente circostante ma anche lui se non riparato per tempo inizia a creare delle crepe e arruginisce la copertura della carrozzeria iniziando ad invecchiare la lamiera.
Ribadendo in tutto questo che il vissuto di un trauma è del tutto soggettivo.


Citazione:
Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
I carrozzieri usano una ventosa se c'è solo un bozzo, lo sapevi?
Uno esperto addirittura con un colpo in parte fa riuscire il bozzo....
Se c'è proprio un buco ci vuole materiale d'apporto (ne serve di più del buco), saldare, stuccare, levigare...

Si potrebbe espandere ognuno di questi singoli punti.... vediamo chi ci prova...
Una ventosa che risucchia il bozzo.
Un trauma di piccola identità sposta la nostra attenzione da noi a lui, questo fa si che se immaginiamo noi come il piano e in quel piano il bozzo qualcosa attira quel bozzo lontano dal piano che siamo noi, disperdendo la presenza generale che ci dovrebbe caratterizzare. La ventosa in questo caso la vedo come una ripresa di se stessi, una concetrazione per non lasciare che il piccolo trauma possa dominarci e risucchiarci magari trasformandosi in buco dopo anni e anni. Questo può sembrare reprimere ma non è confeìondere invece, si parla di viverlo e affrontarlo per non farci disperdere.
Come quando si dice che si cade dalla bicicletta è importante risalirci subito.

Il colpo di martello
Ben dato e nel punto giusto ripristina la situazione iniziale di equilibrio. Si ma.. per poter dare un buon ed unico colpo è necessario conoscere il punto esatto e quindi aver ben chiaro dovo è il punto debole del trauma, ma più che punto debole direi il punto di ritorno del trauma. Come fare? In questo caso bisogna compensare, dare un colpo uguale e contrario per riportare la situazione in equilibrio e per far questo è necessario indagare perchè ci siamo abbozzati. Se nel primo caso c'era una dispersione da richiamare a se qui c'è una dispersione che ha bisogno di maggiori accorgimenti, ci vuole più forza ed energia per ripararlo, ci vuole un atto di forza, un atto volontà, la mano che dirige il colpo. La compensazione (il colpo di martello) in questo caso ristabilisce la situazione di equilibrio. Quindi oltre al non lasciarsi disperdere qui è necessario mantenere, compensare per mantenerci saldi.

Se c'è il buco sarà necessario un lavoro di introspezione profondo e doloroso, nel quale le energie impiegate saranno tante e occorrerà mettere tutte le proprie risorse e di più per poter saldare, pulire, ripristinare la situazione iniziale. Uno dice che il materiale che occorre alla riparazione sarà più del buco stesso, in effetti qui non palrliamo più di una forza uguale e contraria ch ecompensa ma di mettere tutto noi stessi (corpo, mente, e cuore) nel riparare. Il corpo che subisce i danni del buco perchè psicomatizza, la mente che deve elaborare le difese che ha messo in atto, compreso il repirmere e mille altre cose, il cuore che deve farsi forte e deve rivivere per potersi liberare, un bisogno energetico notevole per la riparazione di noi stessi.

In sintesi direi così:
1-se vado in bici e prendo una buca o un sassolino potrei cadere se mi distraggo, ma se resto concetrata riesco a rimanere dritta;
2-se il sassolino era più grande e la buca non mi permette di restare in equilibrio allora dovrò alzarmi dal sellino e direzionare la bici, compensare la spinta della buca che altrimenti mi farà cadere per restare in equilibrio, dovrò applicare un atto di forza volontario;
3- se cado e mi faccio molto male, dovrò aspettare che le energie del mio corpo vengano impiegate per ristabile la salute, poi che le feriti si rimarginino e poi che possa tornare a cammniare e che la bici sia riparata ed infine superare la paura di ricominciare a stare in equilibrio per poi pedalare dritta. Come dire che prima va guarito il corpo poi la mente poi il cuore e poi il tutto riprende a funzionare
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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