Discussione: Apologia di Socrate
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Vecchio 02-12-2010, 16.57.04   #8
dafne
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VII) Così dunque procedetti sistematicamente dopo queste esperienze a farne altre simili, benchè mi accorgessi con dolore e timore di raccogliere soltanto odio. D'altra parte mi sembrava necessario dare il maggior peso al responso del dio: bisognava dunque che continuassi ad andarmene in giro per capire che cosa volesse dire l'oracoloin rapporto a tutti quelli che sembravano sapere qualcosa. Lo giuro sul cane (bisogna infatti che vi dica la verità), cittadini Ateniesi, ho proprio provato le imporessioni che sto per dirvi. proprio quelli che erano tenuti in maggior considerazione degli altri sono por così dire risultati, nelle mie ricerche in base alla parola del dio, i meno provvisti di sapienza di tutti; quelli che sembravano invece tanto modesti erano i più vicini all'esser sapienti. Devo dunque raccontarvi la grande fatica che mi son sobbarcato nel continuo andare in giro, per arrivare a scoprire come l'oracolo potesse diventare per me inconfutabile.
Infatti dopo essermi intrattenuto con i politici sono andato dai poeti, da quelli che scrivono tragedie, da quelli che scrivono ditirambi, e dagli altri, per cercare di sorprendermi sul fatto più ignorante di loro. Prendendo in mano tra i loro componimenti quelli che mi parevano essere stati elaborati meglio, chiedevo che cosa essi vi avessero voluto dire, per imparare anch'io qualcosa da loro. Mi vergogno di dirvi le cose come stanno, Ateniesi, ma devo parlare: ttutti i presenti, per così dire, quasi sarebbero stati in grado di esprimersi meglio di loro su quei versi che essi stessi avevano composto. MI sono dunque nuovamante e in poco tempo reso conto anche rispetto ai poeti che non fanno le cose che fanno per sapienza, ma per una sorta di naturale inclinazione e sotto ispirazione, come gli indovini e i profeti. Anche questi dicono infatti tante cose belle, ma non sanno nulla di ciò che dicono.
Mi parve appunto che anche ai poeti capiti qualcosa di simile e nello stesso tempo mi resi conto che essi, a causa della poesia, credono di essere i più sapienti degli uomini anche in tutto il resto, mentre non lo sono. Li ho dunque lasciati con la convinzione di esser loro superiore per la stessa ragione per cui lo sono rispetto ai politici.
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