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Vecchio 13-08-2007, 13.20.57   #17
jezebelius
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Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio
Concordo con Era.. alla fine è sempre l'importanza che attribuiamo al giudizio che gli altri hanno di noi (o che pensiamo abbiano di noi) che ci muove. Il bisogno di avere un'approvazione esterna su "come siamo" (come vorremmo essere). Se qualcuno a cui vogliamo bene da un giudizio/parere che mina l'immagine che abbiamo di noi stessi arrivano i dolori...
sempre la nostra famosa Ip. Se crolla l'immagine che vogliamo dare all'esterno, ci sentiamo in pericolo...
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Originalmente inviato da moonA Visualizza messaggio
Non so se Jez si reputi come lo hanno definito...se non è così avrebbe dovuto emozionarsi un po' semplicemente per non apparire quello che non è, poi perchè a volte fa anche piacere vedere una reazione emotiva negli altri(dimostrano sensibilità nei nostri confronti)...per me emotività e sensibilità sono due cose diverse ma comunque collegate, chi si emoziona è perchè è sensibile a una certa cosa...chi non dimostra emozioni è perchè o le trattiene o è insensibile...quello che percepiamo coi sensi lo esterniamo con le emozioni.
Dici che non sarebbe servito al suo amico?..secondo me invece sì..spesso chi sta male ha bisogno di avere dimostrazioni di sensibilità...ovviamente senza drammatizzazioni ma incoraggiamenti.
Poi ci sono situazioni in cui è più conveniente non mostrare le proprie emozioni, per es. con chi potrebbe ferirci.
Non è impossibile gestire le emozioni, per me è sbagliato rimanere fissi sulle tendenze caratteriali di base, pensando che modificandole un po' poi non siamo più noi stessi...viviamo per migliorare ed è giusto cercare di modificarci(in meglio ovviamente).
Dagli errori ho imparato, adesso gestisco abbastanza bene la mia emotività...so quando esternarla (benchè faccia fatica perchè non è nel mio carattere) e gli altri ne sono felici e so quando non mostrarla(anche se dentro freme, infatti poi ci vuole una valvola di sfogo).
Non so se un discorso così generico è chiaro ...al massimo faccio degli esempi.
In effetti mi pare chiaro.
Per inciso..non ho fatto riferimento alla mancata esternazione - nel senso che da parte mia c'è stata, se pure in maniera sensibile o poco " concreta-emozionale " anche attraverso incoraggiamento, partendo comunque dal presupposto che molti lo reputano quasi un obbligo, quello di incoraggiare e di ricevere tale incoraggiamento, se pure inconscio; ad esempio il bimbo cade e subito ad incoraggiarlo o a rassicurarlo: ci viene quasi " automatico".
Oddio non dico che è sbagliato ma è solo per trovare analogie - ma a ciò che gli altri vedono o credono di vedere ( o hanno visto, non si sa mai ).
Ho riportato l'intervento di MoonA sottolineando qualcosina.
Quello che mi pare di notare, al di la dell'intervento e dei passi in neretto, è il fatto che a chi " si aspetta " una reazione emotiva risulta quasi disarmante trovarsi di fronte a chi invece non ne mostra alcuna o le mostra in maniera differente dallo " standard". Pare, a questo, di trovarsi innanzi ad una sensibilità poco spiccata e quindi ad una mancanza di emozioni o addirittura innanzi ad un insensibile di professione.
Probabilmente anche qua c'è un gioco delle parti.
Tornando all'intervento di MoonA, pur essendo io parte della contesa, non posso fare a meno di fare alcune considerazioni.
In effetti, credo che questo sintetizzi un po la percezione di cui parlavo.
Non sono d'accordo sull'" Avrebbe dovuto" e tanto meno all'esternazione di una emozione tanto per " fare piacere ". Sinceramente credo che alla fine il fingere ci permei anche quando si crede di non farlo e per non esserlo non deve mancare assolutamente l'attenzione.
Non dico di non avere emozioni ed ancora meno di non essere sensibili ma quanto meno, secondo me, bisogna osservarsi e qui concordo su ciò che MoonA dice ossia "si cerca di migliorarci in meglio ovviamente".
Il problema alla fine però mi pare che sia lo stesso che Red ha evidenziato, coime pure Era, sulla IP.
Mi emoziono per fare piacere agli altri o perchè " sono " emozionato.
Ripeto ciò che è stato detto vale a dire che " emozione " e " sensibilità" son due cose differenti.
A questo punto si potrebbe dire: se pure si è sensibili è possibile che l'esplosione emozionale trovi altre vie e non quelle che di solito si reputano valide o idonee al fine di poter dire ( quindi giudizio ) che Tizio è più o meno emotivo e sensibile?
In che senso, MoonA, altruistico? Cioè " bisogna " farlo per gli altri?
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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