Discussione: Il giudizio
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Vecchio 16-10-2009, 14.47.32   #1
dafne
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Predefinito Il giudizio

Ho avuto l'occasione di riflettere in questi giorni, in varie e diverse occasioni, sul giudizio.

Non so da che parte cominciare lo ammetto per cui butto giù come viene (anche perchè sono già al terzo tentativo) e cerchiamo di uscirne insieme, se vi và.

Qualche giorno fà ho avuto un pessimo comportamento in forum perchè ho percepito un giudizio nei miei confronti sminuitivo e mi sono ingrugnata.
Come ho scritto in realtà era un giudizio che avevo io dentro di me e che ho visto, pardon, voluto vedere nelle parole di altri.
Qualcosa ha dato assonanza con il mio pensiero e non mi son nemmeno preoccupata di verificare ma l'ho dato per certo.

Il peggior giudice che abbiamo siamo noi stessi, recita un vecchio adagio e mi stò accorgendo che è proprio così.

Ma che significa giudicare? Io penso che sia avere delle etichette, una sorta di collezione di foto, in cui mettere qualsiasi gesto, comportamento e persona.
Io giudico gli altri in base alle mie esperienze e persino me stessa in base a un certo insieme di foto "giuste".

In buona sostanza c'è un insieme di partenza a cui posso assomigliare o non assomiglire e così gli altri.

Forse giudicare è quindi anche paragonare, paragonare una situazione con altre già vissute e con un punto di partenza assoluto.

Quando il giudizio degli altri su di me si scolla da quello che credo di essere, che vorrei essere ecco la crisi e la ricerca di altri paragoni per confermare che il giudizio esterno è sbagliato e io vado bene.

Se riceviamo indietro sempre che non siamo come dovremmo partono i sensi di colpa e i meccanismi di compensazione...ma viene dopo.

Il motivo per cui io riesco ad entrare in chiesa oggi arrabbiata ed uscirne serena è la percezione, interiore, dell'assenza di giudizio, dell'assenza di paragoni, assenza di classifiche. Il perdono è recepito come una cancellazione, non tanto di quello che è avvenuto ma quanto degli strascichi che si porta dietro. Giudizio e castigo..all'infinito...perchè il giudizio basato sui paragoni abita in me e purtroppo non c'è mai un paragone che sia abbastanza per emettere quello che sia un giudizio definitivo.

Su questo anche stò ancora ragionando perchè mi hanno parlato di un "falso sè" che si sarebbe creato raccogliendo i desideri, le direttive, i ritorni delle persona della famiglia. Quest'immagine da assumere per "essere a posto" però non è ciò che davvero siamo
Da lì, in teoria, nelle mie riflessioni, parte il nostro primo giudizio su noi stessi.

Si sono come mi vogliono (e a qualcuno basta e a qualcun altro no) no non sono come dovrei..con relative conseguenze.

Quando mi hanno detto che una persona che, come me, si sminuisce sempre in realtà ha dentro una grande immagine di se stessa ci son rimasta male. Ero incredula di fronte a questa cosa..ma come..mi considero un'inetta e mi dici che ho una visione di me che è perfettissima?

In effetti torna, torna se l'immagine a cui dovrei assomigliare è di una bravissima, torna se poi non mantengo lo standard e mi giudico per non avercela fatta, per aver deluso l'aspettativa, torna che il giudizio degli altri non è mai abbastanza se non collima in assoluto col mio..di essere pessima. che però non è reale ma poggiato su qualcosa di acquisito.
Il giudizio quindi impedisce anche di conoscersi, perchè ci spinge sempre a cercare delle comparazioni in cui risulti confermato..giusto?

Mi fermo, lo sò che è pasticciato ma non l'ho messo in esperienze per non relegare il discorso a un episodio.

dafne non è connesso