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Vecchio 16-12-2011, 12.44.19   #6
Uno
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Da questa frase nasce la considerazione che non vi è differenza tra le due categorie tranne nei tempi dell'agire.
I primi tengono certi comportamente o atteggiamenti sempre, mentre i saggi solo quando è necessario.

Entrambi non si preoccupano delle conseguenze ma i saggi le conoscono e le mettono in conto valutandone i rischi benefici, pro e contro e scegliendo di conseguenza.
Non riesco a capire come trai certe conclusioni da quella frase.
Vi è differenza tra le due categorie eccome, è il modo di agire che è uguale per tutti (pazzi, normali, saggi) ma cambiano i tempi.
I matti non si preoccupano delle conseguenze ma i saggi si e dopo lo dici pure. Non è questione di sempre, di mai o di qualche volta, è una questione di momenti giusti e momenti sbagliati.
Se canto sotto la doccia, al karaoke o simili è un momento giusto, se canto per strada non è giusto non è sbagliato dipende da tanti fattori, ma se canto ad una lezione universitaria mentre un professore parla è sicuramente un momento sbagliato, se sono matto lo faccio comunque se mi va se sono un saggio a meno di qualche validissimo motivo (che tramuterà il momento in giusto) non lo farò, se sono una persona normale normalmente non lo farò ma potrei avere 2 minuti di pazzia (qui evidente, ma in certi altri casi non così evidente).

In sostanza volendo estremizzare al massimo non ci sono cose giuste e sbagliate a prescindere ma ci sono momenti giusti e sbagliati per fare le cose. Al limite si potrebbe dire che certe cose hanno pochissimi momenti giusti, forse per nulla e questo alla fine renderebbe quelle cose non giuste a prescindere la stessa cosa al contrario.


E' un concetto apparentemente semplice, però afferrato ribalta molte concezioni e mette in ordine alcune cose che altrimenti rimangono sempre dubbie.
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