Discussione: Bisogno di insuccesso
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Vecchio 24-07-2008, 01.05.30   #10
jezebelius
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Vi è mai capitato di trovarvi, per esempio, davanti ad una grande altezza e di provare una specie di desiderio istintivo di lanciarvi? Un'attrazione?
A me è successo e quando ho deciso di esplorare in me la cosa ho trovato che mi capitava spessissimo, ma solitamente bannavo quell'istinto in una frazione di secondo, neanche il tempo di divenirne cosciente. A volte lo divenivo e semplicemente scartavo l'ipotesi... ma restava sempre qualcosa, un mancato appagamento. Esplorando, non senza timore, questa istanza, per quel poco che finora ho intravisto, mi è parso che fosse decisamente "antica", profonda. Non forte, facile da debellare e dimenticarsene bellamente, non diperazione da suicidio o cose del genere, solo attrazione.
Attrazione accompagnata da una sensazione di desiderio di liberazione, di ritorno, come se una vocina suggerisse che è quella la strada più breve, che cosa ci faccio qui...

Vabbeh, forse sono solo divagazioni libere di una fantasia che ha trovato un pertugio per farsi una sgroppata però... però qualcosa mi dice che sta cosa ci sia un po' in tutti, sviluppata o meno, potenziale o meno, che faccia parte dell'animo umano.

Mah
Si in effetti mi è capitato come dici. Spesso mi son trovato ad affacciarmi da altezze le quali altro non mi suggerivano che di lanciarmi. La voglia di appagare quell'attrazione è stata ( è ) tale da cercare, a volte, qualcosa che ci si avvicini. Nel senso se da un lato è vero che quella è la strada, come hai detto bene, più breve per risolvere la cosa dall'altro mi rendevo ( rendo) conto che altro è da esplorare. La ricerca e l'analisi di quella condizione non solo si verifica in prossimità di grandi altezze appunto ma anche, il che potrebbe essere simile, quando "piglia " quella paura particolare; come quando ci si trova in acqua e non si vede il fondo per esempio. Come se tutto, in definitiva, sia facilmente risolvibile. Come se il punto, il posto, dove sto in quel momento fosse di passaggio!
In effetti assecondandola spinti dal desiderio di liberazione, si prova quella libertà che potrebbe definirsi di sospensione.
Sospensione che mi pare sia collegata all'esempio/esercizio della ballerina
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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