Discussione: Assistere un moribondo
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Vecchio 05-06-2010, 18.54.17   #1
diamantea
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Predefinito Assistere un moribondo

E' da ieri sera che ho una signora molto anziana in agonia. E' stato fatto tutto ciò che era possibile fare con le terapie ma il fatto è che è già arrivato il suo momento ed io l'ho capito la settimana scorsa quando ha avuto la febbre alta. C'è qualcosa che cambia nel corpo, nell'espressione del viso ma soprattutto nello sguardo che diventa più assente, i lineamenti si dice che "si affilano", il colorito cambia, cambia l'odore del corpo, insomma dopo tanti anni so quando è arrivato il momento ed anche quando non è ancora giunta l'ora.
E' la fase in cui cerco di evitare l'accanimento terapeutico di rito giusto per tacitare la coscienza a parenti e medici interpellati, i quali dopo le dovute insistenze terapeutiche me li lasciano tranquilli nel loro letto ad attendere l'inevitabile.
Questo è il momento delicato in cui cerco di aiutare la persona a fare una buona morte. In questi casi i parenti stretti si defilano con la scusa che vogliono ricordare in vita e non vogliono impressionarsi... si rifiutano di prestare loro assistenza, il compito rimane a me che organizzo turni di veglia se la situazioine si protrae a lungo come adesso.

E' strano osservare che quando si muore di vecchiaia, la coscienza va via molto tempo prima dell'ultimo respiro.
Mi chiedo cosa accade in questi momenti. E' solo un cuore, tra l'altro malandato, di IV classe nyha che resiste oltre la previsione clinica?
A volte il passaggio è veloce a volte è più lungo del previsto, si stenta a morire, a volte ho come l'impressione che dentro ci sia lotta o tormento interiore.

Le dicerie popolari sono tante al riguardo ed anche i riti per accelerare il passaggio come quello della tegola sotto il cuscino, o delle immaginette o altre cose.
Si dice che nel momento finale la mente libera i pensieri e chi sta accanto può sentirli. Io non ho mai avvertito nulla se non a volte folate di vento.
Io mi limito solo ad accendere una candela e recitare delle preghiere, poi mi assicuro che ci sia attorno un costante atmosfera di calma e tranquillità e la luce soffusa.
Poi resto ad osservare. Il momento è intimo, forse il solo di tutta una vita in cui si è veramente soli, soli come individuo, come entità. La morte è veramente un fatto privato, intimo, nessuno dall'esterno può fare qualcosa o capire o intervenire. E' il mistero della morte. Tutti ne parliamo, supponiamo, ma qualcuno sa veramente cosa accade?
Dall'esterno si può solo vedere un corpo senza vita.

La morte viene prima, mentre ancora il corpo respira, e qualche sprazzo di lucidità sopravviene all'incoscienza.
Si può sopprimere la vita, impedire la vita, ma la morte no, forse curando la si può rimandare ma di certo non evitare.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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