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Vecchio 14-12-2008, 03.53.58   #3
jezebelius
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Originalmente inviato da filoumenanike Visualizza messaggio
il proposito di diventare una persona migliore è un atto di buona volontà che spesso tutti facciamo in momenti di debolezza e di autocritica ma è come quando si confessano i peccati e si promette di non farli più...tutto è abbastanza falso, sappiamo dal di dentro che non ci riusciremo mai.

il diventare una persona migliore è invece, al contrario, un atto concreto, siamo passati attraverso dure prove, sacrifici, delusioni, amare sconfitte e la sofferenza patita ci ha trasformato in persone migliori, dando al significato "migliori" un senso lato, migliori perchè capaci di gestirsi, di comprendere il dolore e dunque avvicinarci all'altro, migliori perchè sensibili alle vere gioie della vita, migliori perchè più umili e disponibili alla comprensione.
Parli di " proposito ", nella prima parte, e di " diventare " nella seconda.
Faccio un attimo un passo indietro. L'aforisma parla di " risoluzione" ossia la capacità di solvere, sciogliere nuovamente.
Come indica Wilde nell'aforisma, non di reale moto interiore si tratta, quanto di atto falso, aleatorio.
E' probabile poi, però, che questo proposito iniziale si trasformi in qualcosa di altro successivamente permettendo di realizzare anche nella pratica il detto proposito.
Pratica che, per altro verso, comprende, potenzialmente, quella sofferenza di cui si parla.

A questo punto farei anche una differenza tra " uomo migliore " e " più profondamente uomo".
Il primo, secondo me, si riferisce si ad un cambiamento, considerando la migliore delle ipotesi per cui una manifestazione diversa " di quell'uomo" appaia all'esterno ma sempre di quell'uomo si tratta!
Il secondo, quel più profondamente, invece, richiama quelle qualità che gia ci sono in ogni uomo e per le quali, per potervi arrivare, dunque accedere, abbisogna di un cambiamento radicale. Un diverso uomo, non quello di prima!
Se il primo dunque si può definire atto della mente, perchè ci piace pensare al fatto che possiamo diventare migliori, diversi rispetto a prima e ce lo imponiamo col semplice " augurio" del tipo : da domani sarò così o cosà" non credo che si andrà lontano.
Nel secondo caso, al contrario, quella pratica che comporta sacrificio, sofferenza, consente di pervenire, a quella risoluzione che la prima parte mette in correlazione con un atto mentale ma che non può, secondo me, non essere anche collegato a quel " profondamente uomo " della seconda.
E' un privilegio, una conquista e solo chi ha sofferto può accedervi.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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