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Vecchio 07-10-2008, 11.26.34   #28
Uno
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Originalmente inviato da loryland Visualizza messaggio
Umiltà,personalmente non amo questo termine anzi non amo l'uso che talvolta ne hanno fatto in passato e ne fanno tuttora i movimenti religiosi.Addirittura se ne è predicato come di una via da seguire,LA via che per eccellenza fa di ogni sentiero intrapreso il giusto cammino.Allora in questi casi umiltà diventa sinonimo di pacatezza,mitezza,OBBEDIENZA.Da qui il passo è breve per deviare in:assoggettarsi,piegarsi sottomettersi.
Si può ben capire a cosa potrebbe portare fare di questo termine una VIA da seguire,ma anche semplicemente caricare la parola coi suddetti significati:si rischierebbe di mortificare,atrofizzare la parte volitiva dell'essere umano.
Il significato che io do alla parola umiltà è quello di consapevolezza dei propri limiti.Niente altro.
In uno stridente paragone con la volontà,i due termini sembrerebbero essere diametralmente opposti qualora per esercitare un "atto di volontà" si dovesse fare i conti con la mansuetudine e l'annichilimento.La fede profonda nell'azione intrapresa nella più totale esaltazione dell'ego,non potrebbe che intiepidirsi in presenza dell' umiltà;più consona ad un atto devozionale e contrastante con la supeperbia di un atto demiurgico.
Mi sovviene:azione-contemplazione;attivo-passivo,mashile-femminile,differenziazioni salienti delle vie iniziatiche.
Chi intraprende un cammino "maschile" attivo è obbligato a temperarsi con l'umiltà,nell'atto di riconoscere i propri limiti,mentre chi segue il cammino contemplativo devozionale,fa della deferenza e della contemplazione la propria azione;assolutamente avulsa ad ogni sorta di atto volitivo.
Hai dimenticato la struttura psico-fisica-energetica di base e/o comunque di partenza dell'individuo, anche se ancora non completamente formatosi ed autoriconosciutosi come tale, quando si trova a voler entrare nella selva oscura e quindi a dover cercare, sempre se vi riesca, l'entrata ad esso* più congegnale.
Chi sceglie (scegliendo bene) realmente un percorso devozionale ha volontà da vendere, volontà che altri non avrebbero a sufficienza per scegliere lo stesso percorso.
Quelli che partecipano tanto per fare, li come in altre situazioni non fanno testo.


*=nota da sviluppare in altro loco, perchè usare "esso" da "essi" piuttosto che un egli?)
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