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Vecchio 18-02-2006, 15.58.55   #16
RedWitch
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Tornando alla ragazzina che getta in mare la catenina dell'ex moroso e grazie a questo atto si aiuta a liberarsi della prigionia mentale ed emotiva che la tiene legata al ricordo, speranza, aspettativa, rancore, senso di mancanza, solitudine e chi più ne ha più ne metta... si può chiamare il suo agire "atto catarchico".

Pur se limitatamente, esso ha un valore "terapeutico"... anzi, se la sua intenzione è "liberarsi" dell'ex-moroso, detta liberazione (che alla fin fine è una rinuncia) resta solo potenziale finche lei non la "traduce" in qualche modo in atto. Quindi per lei gettare la catenina in mare ha un valore simbolico e si può dire che assieme alla catenina getta un sacco di altre cose meno materiali...
Si potrebbe dire che l'atto in sè è la manifestazione della volontà? Il cambiamento esteriore, puo' essere la manifestazione della volontà di liberarsi;quando per esempio, ci piangiamo addosso per la fine di una storia restiamo immobili nel ricordo, ci arrabbiamo, etc. Poi magari ci svegliamo una mattina, e c'è qualcosa che ci fa dire basta; e allora, gettare via la catenina, ci libera, non soltanto dell'oggetto. E' il famoso "fare"...
Non so se riesco ad esprimerlo bene, ma, ad esempio, se stiamo insieme a lungo con una persona, che ci ripete che gli piacciamo coi capelli lunghi, nel momento in cui, mi libero davvero.. la prima cosa che faccio è tagliarmi i capelli... e mi aiuta a tagliare il filo che unisce.. per rinnovarsi, e andare avanti.. libero.
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