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Vecchio 19-09-2010, 18.44.50   #257
A4L8
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Originalmente inviato da Telemaco Visualizza messaggio
Adesso sei più chiaro, ma se essere più chiaro per te è un peso o una fatica, concordo con te che è meglio se ti fai una passeggiata ...

Se ho capito bene, per te esiste un destino che ci viene assegnato e la nostra libertà sta nell’ accettarlo o rifiutarlo.

Trovo l’ ipotesi interessante e credo valga la pena di approfondirla.

PRIMO CASO

Nel caso l’uomo non accetti il suo destino e quindi di essere guidato (dall’ascensore/navigatore) durante la sua vita dovrà scegliere secondo ciò che egli è: un essere limitato soggetto alla legge di causa ed effetto e dai condizionamenti.
Ma in che condizioni si trova l’ uomo quando sceglie o meno di accettare il suo destino ?
Se al momento della scelta è ancora condizionato dalla sua natura e dalle sue esperienze , sceglierà secondo queste e quindi anche questa scelta non sarebbe libera.
Se al momento della scelta l’uomo non avesse alcun condizionamento e quindi nessun parametro su cui basarsi, resterebbe immobile o tutt’al più sceglierebbe a caso e senza un motivo o sceglierebbe secondo coscienza divina.
In entrambi i casi la “sua” scelta non sarebbe sua o quanto meno sarebbe casuale.

SECONDO CASO

Se invece egli accetta il suo destino è guidato fin da subito nelle sue scelte da un “tutor” a cui lascia la guida della sua vita.
Anche in questo caso potremmo affermare che le sue scelte non sono le sue, salvo quella di accettare il copione della sua esistenza.
In questa situazione la libertà starebbe nell’ accettare ciò che ci viene suggerito di scegliere senza che ci si debba ritenere i veri autori delle scelte.

PRIMA CONCLUSIONE

In entrambi i casi la vita si svolge in assenza di vera libertà : in un caso si è succubi delle leggi di causa ed e effetto e nell’altro di un volere divino.
In entrambi però resterebbe la liberta di accettare o meno l’una o l’altra soluzione.
Non sarebbe poco.
Resta quindi da definire come si possa attuare liberamente questa scelta di accettazione o non del proprio destino.
Siccome non espliciti come e quando questa si manifesti faccio 2 ipotesi.

SECONDA CONCLUSIONE


1. Il destino di una persona inizia dalla nascita.

Quindi l’uomo potrebbe aver scelto di accettare il suo destino prima di nascere.
In questo caso, egli non sarebbe consapevole durante la vita di agire secondo un copione, si considererebbe libero, ma in realtà starebbe seguendo un copione che lui stesso ha approvato.
Qui però entriamo nel campo di ipotesi di ciò che c’è prima e dopo la morte ed esula dalla nostra esperienza.
Se osserviamo la vita da questo piano di esistenza potremmo quindi considerare illusorio il senso dell’uomo di essere libero di scegliere perché non è consapevole che tutte le sue scelte sono già state determinate; è come se sognasse….

2. Se la scelta dell’uomo di accettare il proprio destino è concepita invece come sua facoltà in ogni occasione della vita la cosa si complica.

Questo è il senso più comune di interpretare la vita con un mix di libero arbitrio e un po’ di predestinazione, ma sempre liberi di poter cambiare rotta in ogni momento.
Il destino potrebbe infatti cambiare direzione ad ogni nuova scelta.
E qui torniamo al punto di partenza.
Quando l’uomo, in ogni occasione della sua vita, si trova a scegliere se accettare o meno il programma del suo più alto destino ha sempre le solite due possibilità, non può scegliere senza una motivazione.
O agisce condizionato dalla sua natura ed esperienze e quindi non liberamente ( ma come effetto della sua causalità) o guidato da qualcosa che lo trascende (chiamalo come vuoi) e quindi non è la sua scelta.

Prova a porti questa domanda: sei davanti ad una scelta importante, tra fare o non fare.

Se inizi a pensare entrano in gioco tutti i tuoi condizionamenti, le tue informazioni, le tue esperienze e la scelta non sarà mai arbitraria, semmai una sommatoria scontata.

Se blocchi il pensiero, o resetti la tua memoria, probabilmente agirai intuitivamente secondo la tua ispirazione che altro non è che la natura divina.

Ma anche in questo caso non saresti “tu” che scegli ma la coscienza divina.
Ovviamente con “tu” intendo il tuo comune senso di entità individuale (dato dalla somma dei tuoi pensieri) che crede di essere colui che pensa e agisce.
Ecco perché insisto sempre che non possiamo comprendere l’illusorietà del libero arbitrio a prescindere dal chiedersi chi è che siamo noi quando diciamo”io” ?
Non mi metterò a controbattere tutto ma se credi che ci sia uno o più punti che ti interessano dimmi pure.

Intanto il senso della nascita a cui ti riferisci non sarebbe possibile, chi nasce non usa la mente. A noi invece serve il consenso mentale per aderire a qualcosa.
Altro punto è che non potrebbe essere possibile decidersi in qualunque momento della vita. Es. una donna partorisce fino a 45 anni ora e una volta anche prima (non vorrei dare cifre assolute è soltanto un esempio).
Così se tu ad un certo punto della tua vita decidi con tutta la tua mente di non aderire a quel progetto allora non avrai altre possibilità, ma intendo una decisione ferma non una decisione con probabile ripensamento oppure dei momenti neri che ci farebbero stare come dentro un tunnel, parlo di ferma volontà della mente.
Cioè se manca il catalizzatore è evidente che il risultato non ci sarà, quindi se a noi mancasse quel pilota, allora non potremmo arrivare da alcuna parte. Però di certo non sono io che decido è soltanto per fare un esempio, certo che le eccezioni ci sono, anche non avendo più il pilota in qualche maniera potrei incontrare una barca del soccorso ect., ma in linea di massima noi nascendo non potremmo decidere nulla, una volta entrati nella sfera delle vere decisioni lo facciamo oppure no, diverso sarebbe stare li tutto il tempo e voler fare nulla o non poter fare nulla e poi magari sperare di.
Secondo me non sarebbe neppure giusto, ma ripeto io non sono un giudice, stiamo soltanto parlando.
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