Discussione: Morso del cavallo
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Vecchio 09-12-2010, 17.35.34   #6
diamantea
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Originalmente inviato da diamantea Visualizza messaggio
La sensazione è che nessuno mi capisce e da importanza al mio trauma e devo difendermi da sola, ma mi vergogno a fare la figura della bambina.

Si questa è la sensazione che mi porto dietro nel sogno ma pure nella vita. Il senso del valore di ciò che mi capita, valore che poi credo di averlo compensato con il giudizio.
Voglio dire che se da un lato do poco valore a ciò che capita, poi do più valore al giudizio puntando il dito.

C'è l'imprinting di bambina che si vede sminuire il proprio valore a discapito dei desideri o bisogni dei grandi, di esempi potrei farne tanti ma ora è importante vedere che sono io che do scarso valore al mio trauma e sempre io che devo dare il giusto valore perchè solo io posso sapere che peso può avere su di me, quanta sofferenza mi costa, o rinuncia o repressione.

C'è la vergogna per mostrarsi debole davanti l'evento, piangere, soffrire e rivendicare qualcosa, il senso di giustizia o un risarcimento, subito represso da questo senso di pudore in cui gli altri mi vedono come una bambina o io mi sento come da bambina che non venivo difesa e sostenuta quando ne avevo bisogno. I grandi non sentivano e non capivano la mia richiesta.
Allora quando i bambini piangevano gli si faceva il verso a pappagallo per farli vergognare e indurli ad essere grandi.

Il filo conduttore dei miei sogni sembra essere il ripescaggio di traumi, la denuncia, il giudizio in Tribunale, lo scarso sviluppo del femminile, il mal funzionamento del maschile che si sta riabilitando.
Quello che ci leggo è una specie di chiusura del conto prima di aprirne un altro, una ricapitolazione più che di un evento/i in sè, di modalità di percepire l'evento, copione o predisposizione ad elaborare il vissuto.

Ho sempre dato scarso valore al mio vissuto facendomi vincere dai sensi di colpa verso l'oggetto che ha sofferto più di me, o a causa mia.
Meglio soffrire io che gli altri a causa mia, questo è stato il mio motto, un motto che mi stava spegnendo a poco a poco. Ha rosicchiato la mia struttura dall'interno, ma poi è subentrato l'orco... per fortuna!
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