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Vecchio 26-12-2006, 13.48.52   #7
Uno
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Citazione:
Giuro, per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e per gli dei tutti e per tutte le dee, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto: di stimare il mio maestro di questa arte come mio padre e di vivere insieme a lui e di soccorrerlo se ha bisogno e che considererò i suoi figli come fratelli e insegnerò quest'arte, se essi desiderano apprenderla; di rendere partecipi dei precetti e degli insegnamenti orali e di ogni altra dottrina i miei figli e i figli del mio maestro e gli allievi legati da un contratto e vincolati dal giuramento del medico, ma nessun altro.
Finalmente, pur non avendo ancora tantissimo tempo, posso riprendere questa discussione

Come si evidenzia nel primo tratto del giuramento originale ricopiato, il medico alle origini aveva ben chiaro il suo posto nell'universo, quello che oggi potrebbe essere scambiata per superstizione era invece la consapevolezza dell'insieme di leggi, variabili e costanti che regolano il mondo. Il giuramento di tipo iniziatico veniva pronunciato prima dell'apprendistato (sia teorico che pratico, tra l'altro le due cose non erano divise) e si evidenzia il profondo rispetto per i predecessori nella catena di quel sapere, rispetto che non era appunto per gli uomini ma per quella catena.
Come potete osservare nel giuramento moderno tutto ciò è sparito, il medico oggi spesso (non sempre, non facciamo di tutta l'erba un fascio) si considera onnipotente, giura dopo aver già studiato, il che cambia profondamente il senso.... e per finire diventa una implicita legge non scritta che rispetterà i cosidetti baroni (parola non scelta a caso), cioè uomini e non l'insieme della medicina e quello che rappresenta e che il medico rappresenta.

-continuo con il resto prossimamente-
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