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Vecchio 27-09-2009, 23.44.31   #12
luke
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Più che deisderio di morire o di distruggersi, penso sia la cosa dell'annullamento. Io un po' penso di capirla sta cosa. In seguito all'altro discorso sulla morte che facevamo e al mio lavorarci su, una fase che ho incontrato è un considerare l'annullamento, il nulla, il non essere, come qualcosa da aborrire... anzi diventa quasi desiderabile... una specie di "in fondo perchè no?"
Non so se è una cosa transitoria, non so se è uno sprofondare e sperimentare quella "depressione" connessa all'ineluttabilità della morte, so solo per adesso che forse intuisco un minimo cosa intendesse Paolo.
Ragionandoci, in effetti, cessando di aver paura della morte, ossia della non esistenza, dovrebbe emergere la parte di noi che la trova desiderabile. Dall'altra, penso che un desiderio così sia opera del diavolo. Chissà...
Partendo dall'ultima tua frase, pochi giorni fà vedevo un documentario sui peccati capitali dove veniva detto come in epoca medievale al peccato dell'accidia venisse associato un demone,Belfagor, che si impossessava della persona facendo in modo che quest'ultima si sentisse disperata ed inutile e desierare non fare nulla della sua vita, non realizzare niente...
Magari può esserci un legame tra accidia e cupio dissolvi, forse quest'ultimo è una esasperazione dell'accidia, uno stadio successivo, più attivo e feroce, anche se in senso distruttivo.
Non so quali possono esserne le vere cause, forse quando ci si rende conto di non poter creare , allora si vuole poter distruggere, è sempre un modo per convincersi di avere un potere.

Per quanto riguarda la morte, non so bene come funzioni, se sia già fissata data e ora e siamo noi che le andiamo incontro ineluttabilmente o se la morte stessa "si sposta" in base a ciò che facciamo noi, e a come lo facciamo :
per fare un esempio mitologico, non so in base a che cosa Atropo (la parca che recideva il filo) prendeva la sua decisione, se "dando uno sguardo" al filo passatole da Lachesi o se quando tagliava tagliava senza un motivo apparente.
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