Discussione: Paganini non ripete
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Vecchio 05-06-2009, 19.52.46   #8
luke
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
E' evidente che sia la totale ripetibilità che la totale non ripetibilità sono limiti concettuali che non hanno riscontro nel mondo, ossia non sono reali, almeno non lo sono nello stesso piano di manifestazione dell'evento che si desidera ripetere o non-ripetere.

Se parliamo di ripetibilità di un evento e portiamo questo concetto al limite dobbiamo pretendere di ripeterlo esattamente come esso si è verificato in tutti i suoi più minimi dettagli. Il che significa che tutte le condizioni che hanno reso possibile il verificarsi di quell'evento deveono essere ricostruite esattamente o devono ripresentarsi.
Ma, come risulta evidente se ci si pensa un momento, il fatto stesso che l'evento che vogliamo ripetere si sia verificato, ha modificato in una certa misura il mondo e quindi l'insieme di circostanze che fanno da ambiente per l'evento bis. In altri termini, le condizioni esatte del primo evento non possono in alcun modo più sussistere nello stesso ambito di manifestazione, cioè nello stesso mondo (tuttalpiù in un sistema isolato, ossia in un altro mondo).

Lo stesso ovviamente vale anche per la completa non ripetibilità, per il discorso opposto.

Quindi, come dice Luke, possiamo parlare solo di approsimazioni dell'evento primo, quando cerchiamo di ripeterlo.

E, se parliamo di approsimazioni, finiamo per parlare del grado di accettabilità delle stesse. Qui a mio avviso il confine (nonchè il delirio delle diverse posizioni ed opinioni).

Tuttavia il principio di base del motodo empirico lo trovo valido. E lo trovo valido anche in ambiti più vasti di quelli ufficialmente compresi nella scienza, ossia il mondo sensibile. Forse però sarebbe necessario formularlo in maniera un po' diversa, anche se più che altro credo si tratti di interpretazioni, più o meno bigotte, come dici tu.

L'altro problema, che poi è lo stesso solo visto dall'altra parte, è la definizione di "evento" che via via diamo a ciò che stiamo osservando.
Se l'evento osservato è la Gioconda, per ripeterlo avrò bisogno delle stesse condizioni di allora, quindi di Leonardo, inserito nel suo ambiente, e della stessa ispirazione di cui era dotato quel giorno e di chissà cos'altro ancora (il guaio sta nel conoscere realmente le condizioni che producono l'evento).
Se invece l'evento è "quando pizzico una corda di una chitarra nell'atmosfera esce un suono" allora è ripetibile a volontà... se specifico che suono, che chitarra, che intensità eccetera allora il discorso può cambiare. Portando all'estremo questo si arriva al problema della percezione: quello che ho mentalizzato e che voglio riprodurre è davvero ciò che è successo?

Bon, discorso infinito, forse non sono andato con ordine e c'è troppa carne al fuoco in un sol colpo...
Si potrebbe dire, quindi, che più che di eventi si dovrebbe parlare di tipologie di eventi:
se io adesso mi alzo e vado in un'altra stanza e poi torno qui, è ovvio che questo singolo, specifico evento avvenuto oggi,alle 19.40 e così via, non potrà più ripetersi, mentre la tipologia generica dell'evento "luke si alza e va in un'altra stanza",si potrà senz'altro ripetere in futuro.

Bisogna, dunque vedere quanti e quali parametri inseriamo per vedere verificata la ripetibilità o meno di un qualcosa.
Anche negli esperimenti scientifici, in effetti, penso si fissino a priori una serie di ipotesi e di parametri da controllare mentre altri non vengono tenuti in considerazione e quindi anche in quest'ambito la ripetibilità o meno deriva sempre dalla strutturazione iniziale che abbiamo dato noi...

Per passare ad un piano più filosofico/mistico, a volte ho sentito parlare del concetto di "eterno ritorno", da Nietzsche ad es., anche qui il ritorno allora non sarebbe da intendersi come il ripetersi di un singolo evento specifico, ma di un'orbitare attorno ad un primo fatto: la maggiore o minore distanza delle orbite dall'evento originario potrebbe dipendere in parte dai parametri esterni fissati ed in parte dalla nostra componente soggettiva e cioè come ci poniamo noi rispetto al primo passaggio effettuato.
luke non è connesso