Citazione:
Originalmente inviato da Uno
La variante è che questa agenzia proponeva all'interessato di acquistare le foto con una sorta di prelazione rispetto ai rotocalchi.
Tutti hanno usato parole tipo ricatto e simili.... io devo dire che pur non aspirando a fare quel tipo di lavoro, pur non condividendo i mezzi, trovo che il fatto di proporre agli interessati l'acquisto non sia peggio della vendita diretta ai giornali.... anzi... quasi quasi hanno fatto un favore ai "malcapitati"... d'altro canto questi pagavano le loro leggerezze nè più nè meno come ad altri livelli le paghiamo noi... più sei in vista e più sei a rischio.....
Che ne pensate?
|
Secondo me a primo acchitto la cosa si può vedere da due lati.
La prima è che, come dici, probabilmente l'agenzia di foto, di cui si parla, ha fatto un favore agli interessati.
Un favore che sostanzialmente chiede, al malcapitato nello specifico, di scegliere se pubblicare un pezzo della " sua vita"( ed in quanto personaggio pubblico bisogna vedere fino a che punto la vita è ancora " sua" o se questo non può definirsi il prezzo da pagare per accedere ad un altro mondo).
La seconda invece attiene più all'aspetto legale degli episodi accaduti.
Mi pare che vi sia un confine molto labile tra proposta, in questo caso di acquisto delle foto, e ricatto. Bisognerebbe vedere in che termini è scaturita sia l'una che l'altro ossia quali sono le condizioni per le quali si può parlare di proprosta, quale diritto di prelazione, e ricatto come condizione all'interno della quale sono costretto a comportarmi in un certo modo.