Discussione: Silenzio e Attenzioni
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Vecchio 01-05-2006, 01.35.10   #43
Uno
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Originalmente inviato da Kermes
Una domanda: leggendo i post precedenti, mi è sembrato di capire che le attenzioni che non siano la prima, possono essere definite anche stati alterati di coscienza.
Se questo è esatto, considerando che il passaggio tra lo stato di coscienza ordinario e quello alterato, e quindi tra la prima e la seconda attenzione e viceversa (prendendo in considerazione solo le prime due) non avviene di botto (forse), ma in modo per così dire sfumato... graduale, e quindi ci sarà un momento più o meno lungo in cui si verificherà una specie di sovrapposizione tra le due attenzioni, come dire... avremo un piede in due scarpe..., allora se noi dovessimo avere in questo stato di sovrapposizione un "insegnamento" come mai non sempre sarà possibile conservarlo quando si torna completamente nella prima attenzione?

Non so se è chiaro, comunque ringrazio chi possa darmi qualche spiegazione.
Ho scritto che viste per esempio dalla psicologia potrebbero essere definiti stati alterati di coscienza, in realtà non lo sono, l'alterazione avviene solo qualora non si sopporti il "carico" esattamente come l'alterazione di temperatura, cosa molto vicina come dinamica e modalità di espressione ad alcune metodiche per "passare".
Non è che non si conserva l'insegnamento o comunque le esperienze fatte, tutto quello che la nostra coscienza tocca memorizza, solo che se il nostro Essere non è capace in un dato momento di accedere alle registrazioni fatte in un determinato contesto non ricordiamo. In soldoni solo quando integriamo i due stati nel nostro essere, cioè siamo coscienti delle due attenzioni (per limitarci a queste che infatti è meglio, la terza l'ho nominata solo per cronaca) ricordiamo tutto... questo vale anche nella prima... in teoria dovremmo ricordare tutto... in pratica solo alcune cose ricordiamo...
Il passaggio è realmente sfumato... e può vedersi le prime volte che si passa coscientemente... ma ci si può anche proiettare... o meglio essere proiettati con forza in maniera non volontaria.
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