Citazione:
Originalmente inviato da dafne
Prova a pensare a re Artù, egli costruì il suo impero e la sua fama e la sua leggenda su un ordine cavalleresco, su quanto questi 12 cavalieri rappresentavano (e li bon che i simboli si ammonticchiano..) ma è proprio un cavaliere a distruggere il suo regno, a causare la fine della sua leggenda.
Un cavaliere che cede all'amore per una donna, nientemeno che la regina, e disfa tutto.
Come se dopo aver raggiunto una certa elevazione avesse ricondotto in termini più materiali un'energia che ha causato danni. (Neanche la regina ne esce bene anche se si è concessa all'amore)
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Il tradimento di Ginevra è un simbolo e come tale trova milioni di sfumature. Una delle interpretazioni più belle, che mi convincono meglio e che si avvicina all'interpretazione materiale che ne davo è quella alchemica.
Mi è difficile spiegare bene ma ci provo.
Ci sono due storie che conosciamo di cavalieri e regine quella di Artù e quella di Tristano e Isotta. Sono pressochè identiche nella dinamica.
Il Re è già avanti di età, perde energia non è più forte. La regina trova un cavaliere vigoroso ma affinchè il Re possa riaquistare vigore che in termini alchemici si dice rincrudire, dovrà unire la sua regina con nuovo vigore. Da questo generare simbolicamente un figlio che sarà lo stesso Re rinvigorito. La condanna a morte simboleggia secondo me l'unione e la forza.
A me piace questo aspetto del simbolo che vede in buona sotanza Artù e Lancilotto con la stessa energia a stadi diversi. Altrimenti Ginevra non avrebbe potuto amare Lancilotto se non ne avesse riconosciuto la stessa sostanza...