Discussione: Indicatore P.I.E.V.
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Vecchio 10-07-2011, 08.25.30   #3
diamantea
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In questa definizione la Volontà sta per reazione, dovrebbe cioè corrispondere all'azione conclusiva del processo, della somma delle tre azioni precedenti, quindi la volontà è l'atto finale di un processo o la realizzazione del processo.
Probabilmente nel PIEV la volontà è reazione in quanto non è vera volontà, cioè scelta consapevole di un'azione e per questo viene definita come reazione.
Il perito diceva anche che Identification sta pure per Intelligence, come capacità intellettiva di riconoscere o identificare lo stimolo in misura più o meno conforme alla realtà del pericolo in base al quale si richiamerà l'emozione da cui deriverà la reazione. Nell'ingegneria del traffico ci sono processi determinati da cui non si può sfuggire, ovvero il PTR rapporto reazione/tempo, in cui il tempo diventa fattore determinante ai fini conclusivi della dinamica in atto.
Potremmo dire quindi che la Volontà vera produce azioni mentre la volontà non vera produce re-azioni?

Se applicassimo il PIEV nell'ingegneria della vita quotidiana potrei spiegarmi il perchè il fattore tempo mi crea ansia: se la mia capacità di percepire e identificare uno stimolo produce un'emozione che risolve in un impatto reattivo, quando me ne accorgo è già tardi, non posso evitarlo. Il tempo diventa determinante in relazione alla lentezza con cui elaboro intellettivamente i dati reali.
Immagino che l'emozione scaturisca dalla implicazione del MI sta per accadere e non sta per accadere.
La percezione emotiva del MI accade riduce la facoltà di vedere quel che accade.

A me succede nelle situazioni in cui percepisco il pericolo grande e lo evito, perchè in quel momento mi mantengo fredda, guardo quel che accade, sono nel momento presente senza pensieri oltre quello del momento, che a pericolo scampato, vengo letteralmente assalita dall'emozione di quel che MI poteva accadere realmente se non fossi stata in grado di evitare il pericolo.
Passo delle ore in stato di caduta nell'angoscia, una specie di panico a posteriori, come se l'emozione fosse un fattore inevitabile o nel prima o nel dopo accadimento.
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