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Vecchio 16-09-2006, 19.08.29   #4
jezebelius
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Originalmente inviato da ellebi111

4) Dimensioni di autosimilarità > della dimensione topologica
La caratteristica di queste figure, caratteristica dalla quale deriva il loro nome, è che, sebbene esse possano essere rappresentate (se non si pretende di rappresentare infinite iterazioni, cioè trasformazioni per le quali si conserva il particolare motivo geometrico) in uno spazio convenzionale a due o tre dimensioni, la loro dimensione non è intera. In effetti la lunghezza di un frattale "piano" non può essere misurata definitamene, ma dipende strettamente dal numero di iterazioni al quale si sottopone la figura iniziale, visto che ogni interazione successiva aggiunge pezzi alla figura allungandone di fatto il perimetro.
Mi sembra ma posso sbagliare che si intenda la parte ( che giace su un piano a 3 dimensioni ) come parziale poichè convenzionale.
Questa per " essere visibile " nella sua interezza, ma forse questo non è il termine adatto, ha bisogno di più dimensioni.
Da qui l' " Espansione " che si estende su più piani dimensionali.
In sintesi la possibilità di valutare la parte ( visibile ) del frattale come
" pezzo " di altre parti che non sono visibili ma che al di la delle convenzioni in conseguenza del numero di inter-azioni ( aggiungendo pezzi insomma ) lo sono su altri piani....
Infatti è interessante sto 3d
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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