Discussione: Libri misteriosi
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Vecchio 03-08-2008, 02.10.58   #2
Ray
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Una sottocategoria della prima categoria di libri misteriosi, ovvero quelli che esistono, è composta da quei libri che a tutta prima sono assolutamente normali ma che, tuttavia, nel loro contenuto presentano dei passi, più o meno lunghi, che hanno la felice caratteristica di mettere a dura prova la storia ufficiale.

Quando dico storia ufficiale mi riferisco in particolare al modo di pensare moderno che viene propugnato nelle moderne scuole, il quale, partendo da un presupposto più o meno dichiarato per cui l'umanità si è evoluta da un branco di rozzi selvaggi semideficienti fino all'attuale illuminissima ragione scientifica, ovvero dalla più buia, becera e totale ignoranza della realtà che ci circonda alla luminosa e rassicurante conoscenza odierna, veicola nella testa della gente il concetto che le cose le sappaimo solo adesso e solo da poco tempo e che solo questa conoscenza può essere da fondamento per quella che ci si diverte a chiamare "civiltà".

Ebbene, come dicevo, esistono libri, anzi testi, che buttano letteralmente per aria questa assurda convinzione. Tra di essi quelli che preferisco appartengono alla ulteriore sottocategoria dei libri noti e studiati, in particolare dagli eruditi... che poi sono i principali artefici della veicolazione della forma mentis di cui sopra. Ma veniamo finalmente a qualche esempio.

Citazione:
Animadvertendum etiam siqua erunt loca palustria, quod crescunt animalia quaedam minuta, quae non possunt oculis consegui, et per aera intus in corpus per os per nares perveniunt, atque efficiunt difficiles morbos.
Questa frase latina (consiglio di leggerla anche a chi non sa latino, si capisce più di quel che si può pensare) è tratta dalle "Rerum Rusticarum", opera in tre libri di Varrone che tratta di agricoltura e allevamento. Il contesto di questa frase è una serie di consigli con cui Varrone ci aiuta nello scegliere il luogo per edificare una villa. Mi permetto di tradurre.

E' anche necessario evitare i luoghi paludosi, se ci sono, in quanto vi dimorano animali minuscoli, che non possono essere individuati con gli occhi (a occhio nudo), e che attraverso l'aria entrano nel corpo per la bocca e le narici e provocano gravi malattie.

Beh, direte voi, lo sanno anche i bambini che nelle paludi ci sono i batteri e quel che lo scrotto indica è che il signor Varrone non conosceva il termine "batteri" e li chiama quindi animaletti minuscoli. Ma certo...

Il fatto misterioso è il seguente: l'opera di Varrone è stata composta nel 37 A.C.
I batteri sono stati ufficialmente scoperti un certo tempo dopo che un certo aggeggio divenne sufficientemente diffuso. Parlo del microscopio. Anche se la data di scoperta è controversa, la prima produzione di pezzi ben funzionanti la dobbiamo all'Olanda del XVI secolo. Circa milleseicento anni dopo Varrone.

La domanda sorge spontanea: come faceva il signor Varrone a conoscere l'esistenza dei batteri?
La risposta è semplicissima e va cercata nel modo in cui Varrone si è documentato per comporre la sua opera. Indovinate un po'...? Beh ovvio. Come tutti, il signor Varrone si è documentato su libri già esistenti, ovvero precedenti a lui. Si dice che per la compilazione di quest'opera Varrone abbia consultato più di 50 testi, di cui svariati molto antichi e probabilmente provenienti un po' da tutto il mondo (quello che per Varrone era il mondo). Peccato che non ci sia un bibliografia in fondo all'opera.. tuttavia una cosa è chiara: Varrone sapeva dei batteri, lo deve aver appreso da testi forse già antichi allora e non doveva essere un'informazione nota a lui solo, dato che ne parla con toni non dissimili di quelli che usa per carote e conigli.

Altre storielle prossimamente su questi schermi.
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