Discussione: Ricordi fetali
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Vecchio 05-07-2009, 21.19.49   #5
griselda
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In attesa di pareri più esperti, a livello intuitivo viene anche a me da dire che così come il feto assorbe dalla madre il cibo e l'ossigeno necessario, tenda ad assimilare anche gli stati emotivi intensi vissuti dal genitore durante la gravidanza. In molte zone oltretutto è rimasta la credenza che durante l'allatamento la madre non debba arrabiarsi perchè altrimenti dà "il latte cattivo" al bimbo.
Per quanto ne so io, tradizionalmente, vale anche per la tranquillità durante la gravidanza, e sappiamo quanto le tradizioni racchiudano in sè saggezza dimenticata.

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A livello più razionale (sembra il gioco di Ray ) però penso che, soprattutto nei decenni e nei secoli passati, non tutte le mamme avevano la possibilità di vivere una gravidanza tranquilla, immerse nella natura col sottofondo di musica classica o di dolci melodie, anzi....ed allora avremmo dovuto avere neonati che nascevano e crescevano sull'orlo di una crisi di nervi.
Eh mi verrebbe una battuta del tipo che si vede infatti in certi ambienti dove passa altra musica e altro cosa poi nasce.
Ma al di là delle battute, il riferimento alla musica classica era secondo me per far comprendere quanto incide sul futuro nascituro ciò che ascolta da dentro, oltre a ciò che vive da dentro. (oltre a tenere in considerazione gli effetti benefici della stessa sull'essere umano)
Il feto non vede ma immaggazzina un determinato, non so come dire, un qualcosa che scorre nel suo sangue e lo fa stare in un certo modo.
Faccio un esempio se la mamma si spaventa, si contraggono i muscoli i vasi sanguigni accellera il battito cardiaco etc pure nel feto avvengono questi movimenti contemporaneamente, ma il feto non sa cosa è successo, non li lega a degli avvenimenti, quindi non a dei ricordi vissuti su cui poi ragionare, non so se ho spiegato il mio pensiero. Un feto che prova la paura di una madre deve vivere un momento orribile secondo me, qualcosa che poi non può neppure razionalizzare, come una sensazione ingestibile che lo travolge e basta, come la affronterà una volta nato, quando gli capiterà di riprovare quelle sensazioni?


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Può essere, ma la mia è solo una ipotesi, che esistano dei meccanismi psico fisici in grado di neutralizzare o almeno attenuare ciò che si vive durante i nove mesi, meccanismi che poi vengono meno già dai primi mesi di vita, dopo i quali, a mio avviso, le influenze materne possono avere un ruolo maggiore.
Inoltre penso che durante nove mesi che sono tantissimi, i modi di mamma e papà sono gli stessi che poi incontrerà fuori, che rivivrà nel rapporto con loro e quello che vedrà tra di loro avvenire, insomma una catena di trasmissione, cose che poi ritroverà una volta nato.
Non ho idea invece di quello che dici su un meccanismo che preserva o che azzera...ma come dice una mia amica sono abbastanza scettica.
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