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Vecchio 12-07-2011, 16.55.09   #1
Uno
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Predefinito Pensieri altrui e propri

Un frase di un film di cui ho visto un piccolo pezzetto ieri sera ci può introdurre il discorso.
Due donne parlavano di come un vestito poteva essere preso andando a messa. Una si poneva il problema di cosa avrebbero pensato le appunto benpensanti (parola molto ironicamente creata bisogna dirlo). L'altra le risponde qualcosa tipo: "se diamo tanto spazio ai pensieri altrui non ne rimarrà più per i nostri".

Non male per un film non particolarmente impegnato, serioso.
Certo a seguire il concetto c'è anche il pericolo di sentirsi dei dio in terra che non ascoltano nessuno, però una giusta proporzione è d'obbligo per creare veramente un nostro pensiero e non solo in senso figurato.

Qui ci sta il tanto famoso concetto del vuoto orientale (ad occidente è meno reclamizzato prende altre forme e metodi non sempre facili da esprimere, comunque poi ci proverò) se ogni tanto mi ritiro e faccio, trovo, il vuoto ho lo spazio per pensare realmente.
Non ho sbagliato, ho usato faccio e trovo appositamente, anche se sono due cose diverse in questo caso convergono pur rimanendo due cose diverse. É qualcosa di simile al gesto artistico dello scultore, togliere dal marmo quello che nasconde l'opera. Faccio qualcosa che non c'era e trovo qualcosa che già c'era.
Le interpretazioni delle filosofie orientali che vanno per la maggiore invece escludono il "faccio", ma a noi che ci interessa? Bisogna provare per vedere quale funziona.

Fa caldo, più di questo non posso scrivere per adesso
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