Discussione: I rapporti e lo spazio
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Vecchio 16-01-2011, 02.52.41   #7
dafne
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Vedo fermo qualcosa che si muove e mosso qualcosa che è fermo.

Nello specifico il cielo sembra muoversi ma è fermo mentre a muoversi siamo noi che ci crediamo fermi.

Gli altri non possono farci da riferimento perchè come le costellazioni ci paiono mobili, ma non lo sono (Pino è sempre Pino) perchè li osserviamo mentre siamo in movimento. In movimento all'interno di noi stessi anche se il nostro oscillare potrebbe avere un suo percorso così ciclico e preciso da sembrarci fermo. La meccanicità credo, il passare sempre per gli stessi schemi, le stesse reazionii, come le stagioni....

Anche nel guardarci capita questa cosa? Quali sono le pati di noi che consideriamo mobili? E lo sono davvero?
Quando mi guardo che vedo? Le abitudini, il carattere, le manie...il mio cielo che mi pare mobile ma se non lo fosse? Se fosse fermo e si muovesse qualcos'altro?

Quando mi rapporto con gli altri so che se provo fastidio per qualcosa questo è probabile che sia in me in modo sotterraneo.
Di fatto ognuno degli altri potrebbe rappresentare una parte di noi. Lavoro da tempo sul riuscire a scindere le mie opinioni da quelle degli altri e mi urta non poco l'idea di doverle poi cedere al gruppo.
Io divento io ma lo divento per poi non esserlo più perchè quell'io è anche parte di altro, non mi appartiene per niente. Non è una variabile fissa.

Che cosa diamine è un rapporto? Perchè ci rapportiamo agli altri così come la capacità termica è un rapporto o il pigreco o qualsiasi altra formula. Diventa io fratto qualcun'altro? Ok la stò tirando per i capelli ma mi sfugge troppissimo, è tardi e sono irritabile
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