Discussione: Imitato e imitatore
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Vecchio 16-09-2007, 11.08.37   #5
Kael
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L'uomo è fatto quasi interamente di acqua, e l'acqua per osmosi tende sempre a comunicare e ad "equilibrarsi" in tutte le sue gocce. L'uomo tende pertanto ad "assorbire" da tutti i suoi simili, indistintamente. Poi ci sono certamente anche altri fattori che contribuiscono (ad esempio la propria struttura energetica, le attitudini ereditarie, etc..), ma quella dell'osmosi è una forza che cerca di agire comunque, sia nel bene che nel male.
La differenza fra un uomo e una goccia d'acqua è che il primo può operare una certa resistenza e diciamo scegliere con che altri simili lasciare agire questa forza e con quali invece impedirla, mentre l'acqua la subisce con tutte le altre gocce indistintamente.

Per fare bene un'imitazione comunque credo sia necessario disidentificarsi da se stessi, altrimenti determinate caratteristiche dell'imitato potranno cozzare contro quelle dell'imitatore, e non permetterne l'assimilazione...
Quindi, prima di essere bravi ad imitare qualcuno, bisogna essere capaci di abbandonare se stessi. Aggiungo che sul palco tutti sono bravi, lì si indossa una maschera ed è palese l'imitazione. Nella vita invece, le cose sono diverse, e se è il Cristo quello che si vuole imitare, sarà ancor più dura...
Le caratteristiche del Cristo cozzano talmente tanto con quello che la nostra esistenza egoistica ci ha portato ad essere, che prima di imitarlo bene ce ne vuole di volontà ed impegno...
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