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Vecchio 12-05-2008, 15.13.46   #8
Ray
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Butto li (anzi qui) un po' di sparpagliate informazioni a proposito di antichi usi e credenze sulla salvia... vuoi mai interessino a qualcuno, mi dico nel tentativo di giustificare il via libera alla mia logorrea.

Intorno al 1600, tale Osvaldo Crollio, chimico e allievo di Paracelso, propose e sviluppò la cosiddetta "teoria delle segnature". La teoria riprende grossomodo antiche concezioni magiche relative alla "forma" e alle manifestazioni della stessa, cercando di sviluppare uno studio "scientifico" delle piante partendo da questo punto di vista... scientifico secondo la concezione di allora ovviamente.
In linea di massima il principio su cui tutto si basava era il seguente: la forma (ma anche colore, gusto e odore) di una pianta era una manifestazione analogica che la natura utilizzava per segnalare le caratteristiche della pianta in questione.

Anche la salvia fu studiata secondo questo metodo... e venne considerata la neanche tanto vaga somiglianza tra la foglia di salvia e la lingua umana, sia per la forma che per la consistenza (rugosità). In seguito a questi studi vennero esaltate le qualità della pianta per il trattamento di malattie della lingua e del cavo oro-faringeo, nonchè l'igiene orale ovviamente.

In effetti adesso sappiamo che risciaqui con infusi di salvia curano gengiviti, ferite sulla lingua e irritazioni alla gola (gargarismi in caso di mal di gola vero e proprio), tuttavia anche il buon allievo di Paracelso non è che ha fatto grandi scoperte... come spesso accade, il metodo scientifico "nuovo" si limita a confermare, da altri punti di vista, ciò che già era appannaggio di varie branche tradizionali, magari con dati tramandati oralmente.

Infatti la salvia veniva usata abitualmente per l'igiene orale... si usava strofinarsi denti e gengive con le sue foglie, in particolare nei casi di dolore. Prova ne è una novella del Boccaccio (la settima della quarta giornata del Decamerone) nella quale uno dei due amanti che stanno in un orto muore in seguito al normale utilizzo di na foglia di salvia. Il giudice, avutane prova, ordina di bruciare il cespuglio in questione e li sotto viene trovato un grosso rospo che viene bruciato anch'esso.

Questa cosa del rospo apre un altro capitolo relativo alla salvia. Infatti si credeva che spesso rospi e serpenti dimorassero sotto i cespugli di questa pianta e che li infettassero col loro fiato, rendendola pericolosa. L'erborista esperta infatti, prima di raccogliere, si assicurava che non vi fossero tracce sospette sotto al cespuglio.
Questa credenza è connessa ad un antico uso magico della salvia che veniva messo in atto per scacciare gli incubi. Bastava mettere delle foglie di salvia sotto una candela che ardeva per la notte per veder apparire, alla luce della fiammella, serpenti e schifezze di vari tipo. In seguito era necessario bruciare le foglie si salvia ed il problema era sparito.

Questi antichi usi e credenze, visti con un occhio più vicino a quello a cui siamo abituati noi, mostrano le capacità della salvia di "attrarre" e "assorbire" determinati influssi, particolari vibrazioni, che in determinati casi possono non essere desiderati (per così dire)... quindi non solo confermano le sue virtù medicinali, ma forse addirittura le spiegano.

Ci si potrebbe anche fare l'idea che questa capacità assorbente di determinati influssi sia connessa in qualche modo con le caratteristiche estrogene della salvia, oltre che regolatrici dei cicli "lunari" delle donne. E' proprio questo aggettivo "lunari" che può far sospettare il collegamento... ma sparpaglierò antiche le antiche credenze su questa cosa nella prossima puntata...

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