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Vecchio 05-01-2006, 19.01.04   #3
RedWitch
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Sono d'accordo con Mizza. Sulle altre persone , trasferiamo "quel che ci manca" quello che non riusciamo a trovare in noi stessi innanzi tutto... accettazione, sicurezze .. quindi, negli altri, secondo me, cerchiamo, conferme... sul nostro essere (buoni, compresi, accettati).... attraverso gli altri, soddisfiamo (che poi mica ci riusciamo) noi stessi... cerchiamo.. riferimenti. E all'opposto, quando andiamo all'eccesso "negativo", è perchè in quella determinata persona, non troviamo piu' niente di tutto questo, e allora, vediamo solo i "difetti" ... vediamo ad esempio "quel che la persona in questione ci ha dato, e poi ci ha tolto" (ma in base a che cosa stabiliamo questo?) , perchè abbiamo perso il "riferimento"
Quelli che non si legano mai molto.... lo fanno per paura di rivivere determinate situazioni (avere un riferimento per poi vedere che quel riferimento ci viene tolto), e quindi, per evitare delusioni , per evitare di soffrire mantengono contatti superficiali, danno il meno possibile... ma poi così stanno meglio? Precludersi la possibilità di conoscere, scambiare, è un po' come precludersi di vivere a mio parere e rimanere chiusi in sè stessi (magari ricercando il "legame perfetto" pretendendo che caschi dal cielo)

Trovare un equilibrio è possibile, come sempre credo che partire da sè stessi, muoversi, innanzi tutto osservarsi e capire che la maggior parte dei nostri comportamenti verso gli altri è lo specchio di cio' che (crediamo) ci manchi.... e che regolarmente riversiamo sugli altri. Capire che il primo punto di riferimento per noi stessi, dobbiamo essere noi stessi...
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