Discussione: violenze sulle donne
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Vecchio 26-01-2009, 14.39.46   #20
jezebelius
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Originalmente inviato da filoumenanike Visualizza messaggio
per quanto riguarda la mia affermazione in neretto era rivolta ad era, in tono ovviamente ironico

l'esempio della mafia è calzante, è proprio vero, da noi si dice "un conto è morire e un conto è parlar di morte" sono d'accordo, io poi ho scelto di vivere in un piccolo paese a dimensione umana, comunque conosco i pericoli delle grandi città.
mi permetto alla fine di ribadire che la violenza sulle donne è sentita in modo diverso da chi è donna, è un pò come parlare di mafia , mi dispiace ma penso che un esercito maschile che debba fare il lavoro sporco per noi donne mi lascia un bel pò titubante, sono abituata a credere che bisogna migliorare i rapporti sociali con la politica non con la forza hai visto il caso di quel poliziotto che per errore ha ucciso un giovane che non c'entrava niente!? chi usa le armi, come anche i cacciatori, sono persone che non valutano bene la portata del potere micidiale che hanno in mano, non vorrei che le città si trasformassero in luoghi assediati, presidiati, dove chiunque potrebbe sentirsi in pericolo per possibili errori, non hai letto dove parlo di volontariato? sono certa che l'italia ha una potenzialità enorme nelle persone che fanno volontariato, non dovrebbero agire con violenza solo avvisare la polizia per situazioni di pericolo...è un'utopia?
Forse si o forse no secondo me, dipende da una serie di cose, innanzitutto dalla zona in cui si vive e quindi chi è portato, anche se per volontariato, a fare un certo tipo di lavoro, come avvisare la polizia in Sicilia ad esempio svolgerebbe un qualcosa di delicato.
Ripeto il mio punto di vista, non si tratta solo di una situazione che riguarda le donne ma la società in generale.
L'esercito, ad oggi, è composto anche di donne. Non si parla di espansione di questo sul territorio a mo di controllo militare o limitazione del cittadino ma si vuole individuare una soluzione temporanea affinché si possa tornare a ciò che è definita " convivenza civile" !
Peraltro non sarebbe da escludere quel che proponi, anzi forse lo si potrebbe integrare a quel lavoro, servizio di controllo del territorio, ovviamente non escludendone l'utilizzazione su altri versanti.

Insomma, per venire a quel che ha detto Uno nel suo precedente intervento, una cosa però è che lo faccia, tale controllo , il volontario - che per esempio potrebbe essere trasportato da situazioni " personali " e quindi essere influenzato in un certo modo - altro è " consentire " alle forze dell'ordine - ivi compreso temporaneamente l'esercito ( e qua mi pare che tu non abbia letto ciò che si diceva su, non si è parlato di forza ) - di esplicare il proprio ruolo, servizio e controllo nel migliore dei modi.
Nessuno ha mai parlato di stadio d'assedio, ci mancherebbe, ma di utilizzazione di risorse al meglio per affrontare condizioni di emergenza.
Tutto ciò ovvio, non escludendo la politica, il dialogo ed una reale voglia di risolvere il problema.
Ma da qui a risolverlo ci vorrà un po di tempo e fino ad allora che si fa?
Parliamo agli automobilisti di quell'incrocio dicendogli che quelle manovre sono azzardate e che creano pericolo, a se e agli altri ma potremmo pure trovare colui al quale degli altri non interessa, nella speranza che pratichino, poi, una guida sicura o si cerca di accompagnarli in quella nuova visione, senza forzature ovviamente, con l'esplicazione del ruolo del vigile che controlla e in un certo senso " educa "? ( L'esempio, volendo, può essere portato a vari livelli )
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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