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Vecchio 22-04-2008, 13.02.39   #6
jezebelius
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Vorrei spezzare una lancia a favore di quei Medici, di base o altri professionisti, che fanno comunque il loro dovere.
Fatto è che se la multinazionale del farmaco incide sul mercato è ovvio che incide anche, e non per ultimo, sul paziente attraverso il medico.

I punti che avete toccato sono tantissimi ed inizierei dicendo che purtroppo, soprattutto in questi casi, manca l'informazione.
Di solito l'essere umano, ancor più in una situazione di degenza di qualsiasi tipo, si fida - direi ciecamente - del suo medico di base il quale, a volte assolutamente convinto di fare il proprio mestiere, prescrive qualsiasi cosa, dall'antidolorifico al farmaco un po più impegnato!
Gia qui ci vedo una discrepanza ed una disattenzione, insomma. Come posso fidarmi ciecamente se parto comunque dal presupposto che quel medico, ormai, non frequenta corsi di aggiornamento o che, peggio come poi del resto accade in America e quindi mi sa che da noi non è del tutto escluso, è lo stesso rappresentante del farmaco - che fa il suo mestiere anche se qualcosa in effetti cambia o dovrebbe cambiare rispetto al promuovere una bibita, quale rappresentante di questa! - il quale descrive al medico le caratteristiche? Ma dico...stiamo scherzando? Mi pare che siamo arrivati al paradosso proprio.
Il paziente come il consumatore ossia " cavia " del mercato!
Il bello ( insomma...il brutto ) è che molti proprio basandosi su quel rapporto di fiducia fanno quel che il medico dice loro, non foss'altro che è quel rapporto che tiene in piedi alcuni pezzi del nostro agire sociale ed è, a questo punto secondo me, la causa.
Non dico di non avere fiducia del professionista ma in fondo anche un po di spirito critico non guasterebbe, pure per il malato/paziente.
Non guasterebbe, anche, un po di attenzione di questo verso se stesso cercando di evitare, quando possibile, l'assunzione di farmaci, blandi o più pesanti, che, forse non sa o fa finta di non sapere, lo possono danneggiare pur " risolvendo " quello che il farmaco in questione vuole curare.
Insomma mi pare che queste dinamiche attecchiscono sempre per il solito motivo: mancanza di informazione e disattenzione della società, nei suoi singoli componenti.
Che dire poi della/e multinazionale/i se non che il quadro è disarmante!
Si fa sempre più sperimentazione sul povero paziente cavia e questo viene taciuto.
Come viene - è sempre stata - taciuta la terapia alternativa, ad esempio, del cancro la quale puntando alla soluzione del problema che qualche anno fa voleva farsi spazio nel tradizionale alveo della medicina moderna, al posto dei farmaci che servono a costituire il cocktail per la chemioterapia che ha un costo altissimo per chi lo somministra e, soprattutto, per chi lo riceve anche in termini di danno alla salute e quindi di effetti collaterali. Terapia ed approccio del prof. Di Bella - tanto per citarne uno tra tanti " alternativi" - che considerava l'uomo nella sua interezza. La storia degli episodi di ritorsione nei suoi confronti è nota a tutti!
Alla fine, a costo di ripetermi, ci vorrebbe più informazione ma in sostanza per chi non la vuole e sta bene - si fa per dire - , mi rendo conto, è inutile. Da qualche parte bisogna pure iniziare, no?
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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