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Vecchio 20-11-2007, 01.01.35   #15
Sole
Conosce ogni vicolo
 
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Riporto anch'io la mia esperienza che è quella dell'imposizione, magari serve a confondere ancora di più le acque.
Avevo tredici anni e le idee su quel che volevo fare da grande le avevo chiare dai sei anni. Sin da piccola disegnavo case, disegnavo abiti, disegnavo persone, insomma disegnavo. Volevo fare il liceo artistico, volevo fare la stilista, volevo inventare case. Volevo fare un sacco di cose però nessuna cozzava con la scuola che potevo scegliere: il liceo artistico.
A scuola la tantissimo stimata dai miei genitori insegnante di matematica disse a mio padre che non avevo grandi possibilità e che era meglio per me un istituto tecnico, ragioneria, e gli indicò anche il nome della scuola in particolare (neanche a dirlo, il migliore di Roma all'epoca).
Quando fu il momento di iscrivermi, io candita e tranquilla dissi: voglio fare il liceo artistico e loro: no, vai a fare ragioneria. Beh non la farò lunga la cosa ma non ebbi grandi possibilità di parlare, di esprimere cosa vedevo e pensavo per me, mi ritrovai iscritta a ragioneria e mi feci bocciare il primo anno sperando in chissà che punizione, invece mio padre si fece una risata dicendo: l'anno prossimo andrà meglio.
Oggi svolgo il mio lavoro, faccio i miei conti, non mi piace ma ho anche imparato molto da questo modo di "ragionare" e non sono mai stata senza lavoro. Non posso dire che sia stato un errore quello di mio padre, non posso dire che sarebbe andata meglio o peggio. Ma posso affermare che il futuro "vero" di un individuo non dipende dall'atteggiamento di ora di un genitore non sarà questo a determinare cosa diventerà un uomo/donna da grande. Magari può sembrare il contrario e forse è nel desiderio del genitore questo, ma alla fine la scelta sarà sempre di uno, il figlio.
Anzi, volendo davvero indagare ho potuto prendere il meglio di questa cosa perchè un liceo artistico con la testa che avevo mi portata via dal mondo.

Pensare per i figli prendendo decisioni per loro in un momento della loro crescita in cui non è vero che si sa cosa si vuole, soprattutto in una società come quella moderna, a volte è necessario. Lo facciamo per quel che devono mangiare e guardare in tv, lo facciamo per quello che devono vestire e leggere, lo facciamo per i video giochi ecc ecc e per la scuola non possiamo imporre un'autorità? Ma attenzione, non dico che se è andata "bene" a me deve andare bene a tutti.. ripeto io non so come sarebbe andata diversamente, come sarei cresciuta, e nemmeno se sarei qui su Ermopoli. So però che al momento dell'università avrei potuto scegliere. Ho scelto di fare questo lavoro. Magari un altro avrebbe scelto la strada che meglio poteva percorrere con la coscienza di chi a 18 sa più dei 13.

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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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