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Vecchio 05-11-2007, 13.04.39   #14
dafne
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uhm...vediamo se ho capito qualcosa..io credo che possiamo in genere metterci nei panni di qualcuno solo quando abbiamo sperimentato quasi tutti i sentimenti che può provare, oppure posso farlo quando ho vissuto e compreso in me ogni sentimento, ogni sensazione ogni reazione...facciamo un esempio,se ascolto una notizia come quella di un kamikaze che si è fatto esplodere in una metropolitana, posso comprendere il suo punto di vista, posso comprendere che viva nella rabbia nell'umiliazione (discutibile lo so) e che l'unica via nel suo ambiente, nel suo credo, per sua cultura, accettabile sia quella della violenza.Posso immaginare la frustrazione, la collera, il valore ideologico del sacrificio...ma non posso realmente mettermi nei suoi panni perchè non ho vissuto la sua cultura, il suo paese, la sua storia..se invece Marianna siede disperata in ufficio perchè, che ne so, il marito l'ha tradita o perchè le han rubato in casa mettermi nei suoi panni è più semplice perchè sono sentimenti e reazioni che "conosco", che magari ho vissuto, e posso "ritrovare" in me...senza però che io permetta a me di esprimere un giudizio, e cioè ciò che percepisco di Marianna si ferma solo al riconoscimento senza generare delle reazioni che sarebbero, penso, filtrate dal mio vissuto e quindi mie...
non mi immedesimo perchè, in certo senso, io non ci sono e non mi identifico perchè non esprimo un giudizio o un parere...mi dà l'immagine di un fluire comune, come se Marianna fosse un'onda e io riuscissi a seguire quell'onda, a diventarla...un essere passivo insomma come nel guardare le nuvole senza dargli un nome...
mah
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