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Vecchio 01-09-2006, 13.25.46   #1
Ray
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Predefinito spunto di una sera di un'estate piovosa

Libero adattamento, per incapacità, di un'antica storia tradizionale (come molti altri prima e meglio di me)...


C'era una volta un dio, freddo e solitario. Egli viveva nel suo reame divino e da li, non visto, guardava gli uomini con paziente benevolenza.

A lui si pregava per ottenere l'immortalità. Il suo potere era dispensarla. Il suo dovere stabilire chi, tra coloro che la richiedevano, ne fosse degno. Da sempre egli valutava le richieste dei mortali... chi egli trovava degno rendeva immortale, gli altri no. Ognuno poteva essere preso in considerazione una sola volta però.

Per questo motivo molti che desideravano l'immortalità non la chiedevano subito, ma aspettavano e cercavano di diventarne degni. Poi, quando o si ritenevano abbastanza degni o quando ormai il tempo incalzava e la vecchiaia incombeva, domandavano e si rimettevano al giudizio.

Certuni, dal canto loro, domandavano appena il desiderio si presentava loro. Erano quelli che si ritenevano i più degni fin da subito. Molti tra di essi tuttavia venivano rifiutati. C'è da dire che nessun uomo sapeva con esattezza in cosa consistesse la dignità, quali fossero i parametri del dio. Neanche coloro che avevano ottenuto la grazia lo sapevano, anche se venivano continuamente interrogati a proposito.

Un giorno al dio giunse voce di un uomo che desiderava ardentemente l'immortalità, tuttavia non la chiedeva. Non solo, si diceva che egli avesse deciso di non chiederla proprio, nemmeno se fosse stato certo di esserne degno. Correva voce che egli volesse prendersela da se e non ottenerla dal dio...


-------------------------- continua ----------------------------------
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