Discussione: Diapason 432 HZ
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Vecchio 03-03-2010, 01.33.30   #6
'ayn soph
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Non sono certo di inquadrare la tua domanda... a me sembrano due: una che riguarda la scelta delle frequenze e l'altra la scelta di dare questo o quel nome ad una data frequenza. Intendevi questo?

In ogni caso butto là due informazioni, se non c'entrano fa nulla, se c'entrano approfondiamo.
Come ho detto prima la frequenza da associare alla nota di partenza, il La, è cambiata nel tempo, ma in realtà non è cambiata di granchè se consideriamo lo spettro sonoro. Ma allora da dove deriva? Da tempi antichissimi, su questo c'è certezza. Pare che Pitagora avesse stabilito l'esatta lunghezza e spessore della corda che genera la base di riferimento e pare che egli abbia arguito la notizia da conoscenze ancora più antiche, in parte orientali, e forse ci ha messo del suo. Se volessimo dare uno sguardo esoterico alla cosa non sarebbe difficile immaginare la quantificazione di un qualche Suono Basilare, anche se riferito all'orecchio umano e all'umana voce... in ogni caso la nota centrale sulla voce è basata: pare sia emissibile da tutti i timbri.

I nomi delle note sono invece molto successivi e frutto di una convenzione. Quando si è reso necessario aggiungere una notazione letterale a quella musicale si è partiti dalla nota centrale (il nostro La) e la si è chiamata A e di seguito le altre note in cui è divisa un'ottava (B, C, ecc). Questa notazione è ancora largamente usata in molti paesi.
Nel medioevo - e forse qui c'è qualche altro zampino esoterico - si sono dati dei nomi latini alle note: ut, re, mi, fa, sol, la, si. Dobbiamo questi nomi a Guido d'Arezzo e rappresentano la prima sillaba dei primi versetti di un inno. Nel XVII secolo la prima nota fu cambiata in do a causa forse della difficoltà di pronuncia.
Hai dato una super spiegazione inquadrando tutto il sistema se non erro hai accennato anche all'Armonia delle Sfere o suono Creatore (qualcosa del genere ora non mi viene). Però mi chiedevo forse una cosa più semplice ossia, i compositori di ogni epoca non hanno scritto soltanto in una determinata scala dove siano presenti soltanto quei suoni ma venivano come vengono usate gamme di suoni atte a strumenti e/o voci che interpreteranno tali brani.
Quindi mi chiedevo dove sta la differenza del cambio diapason se oggi posso scrivere anche in quelle tonalità o vibrazioni? forse nel nostro sistema temperato manca il terzo semitono dato che la ripartizione non è più sui quarti ma sui semitoni (poi lasciamo ora il fatto di diatonico o cromatico) ma forse è soltanto attribuibile a questo fatto e non tanto al cambiamento del diapason o ragiono male?
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